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8 marzo. Omaggi musicali dedicati alle donne: Mia Martini, Anna Magnani e altri ritratti

Nella discografia di molti interpreti e cantautori sono presenti delle canzoni famose e non, dedicate alle donne, per tratteggiare, con versi spesso poetici, la loro umanità e la loro femminilità o ricordare la fama di alcuni personaggi che hanno fatto parlare di sé nel corso degli anni ed entrati nel mito.
del 08/03/12 -

Nella discografia di molti interpreti e cantautori sono presenti delle canzoni famose e non, dedicate alle donne, per tratteggiare, con versi spesso poetici, la loro umanità e la loro femminilità o ricordare la fama di alcuni personaggi che hanno fatto parlare di sé nel corso degli anni ed entrati nel mito.

Il Magno Fabrizio De Andrè compone, a metà degli anni ’60 “La canzone di Marinella”, la delicata storia di una fanciulla, una metafora incantevole, una fiaba situata fuori dal tempo, dal finale tragico: e lui, un re, sia pure senza corona e senza scorta, ‘che non ti volle creder morta/bussò cent’anni ancora alla tua porta’. All’epoca, il brano esplose, qualche anno dopo, nell’interpretazione di Mina, rendendola popolare al grande pubblico, a tal punto da diventare un classico del repertorio di entrambi gli artisti.
Nel ’74, lo stesso De Andrè scrive “Giovanna D’Arco”, ispirato alla pulzella d’Orleans, concentrandosi nel momento fatale in cui viene arsa al rogo, vissuto miracolosamente dall’eroina come un’estasi ‘ho visto la gloria nel suo sguardo raggiante’.

Chi ha seguito musicalmente i favolosi e creativi anni ’70 ricorderà la partecipazione di Francesco De Gregori, agli inizi della sua carriera, al Disco per l’estate del ’75, si piazza ultimo con “Alice”, che ha per protagonista una ragazza che osserva i personaggi descritti, mescola realtà e immaginazione, con l’unica funzione di non sapere che succede. Un altro brano intenso del ‘Principe’ è “Mimì sarà” del 1987, sembra dedicato a Mia Martini, ma anche a chiunque sia stato toccato da quella condizione psicologica ‘che ti piega i ginocchi’ chiamata depressione dai luminari esperti. Musica e testo sono struggenti, lasciando spazio alla necessità, all’obbligo di farsi forza almeno per spiegare alla ‘figlia che domani andrà meglio, vedrai che cambierà’. Inciso nel 1994 da Mia Martini nel suo ultimo album “La musica che mi gira intorno”.

Un altro artista che può vantare una nutrita galleria di personaggi femminili è Antonello Venditti: con “Lilly”, incisa nel ’75, affronta il tema scottante della droga, un atto d’accusa, allora, nei confronti dell’ipocrisia benpensante. Il coraggio di osare viene premiato stranamente dal pubblico che decreta il successo del pezzo con il primo posto in classifica sia del singolo che dell’omonimo album. Successivamente, il cantautore romano tratta delicatamente, all’interno di un triangolo amoroso, l’omosessualità in “Giulia” e nel 1986 racconta in “Esterina” di una ragazza ebrea che vive a Roma e che sogna la Palestina. L’ispirazione nasce dalla visita di Giovanni Paolo II alla sinagoga di Roma in quello stesso anno.

Nel 1981, Alice vince il Festival di Sanremo con “Per Elisa” firmata da Franco Battiato, la storia riguarda lei, lui e l’altra, ma la novità sta nel linguaggio che sconvolge la forma-canzone tradizionale e punta l’attenzione su di ‘lui’ come perdente, ammaliato totalmente da questa dipendenza, a tal punto che alcuni hanno visto un riferimento persino alla droga (‘lei ti ha plagiato, ti ha preso anche la dignità…riesce solo a farti male…il guaio è che non te ne accorgi’).

Francesco Guccini nel 1994 denuncia in “Canzone per Silvia” l’ingiustizia subita da Silvia Baraldini, arrestata in America, pur essendo innocente, con un testo intriso di rabbia ed indignazione, che tocca l’apice nella frase finale ‘che sempre l’ignoranza fa paura ed il silenzio è uguale alla morte’.

Un classico di Vasco Rossi è “Sally”, definita da lui stesso una delle sue canzoni più riuscite e amate, un gioiello così toccante che denota una sensibilità straordinaria nei confronti delle donne.
Riccardo Cocciante, molti anni dopo avere scritto il suo inno all’amore “Margherita”, in un crescendo melodico e interpretazione unica, ha omaggiato nel 1985 Marylin Monroe, evidenziando con malinconia le sue classiche pose e la sua tragica fine.

Un’altra stella luminosa del nostro cinema italiano Anna Magnani è stata ritratta delicatamente da Pino Daniele nel 1989 in “Anna verrà” con ‘quel suo modo di guardarci dentro e sorridere per questa libertà’ e anche da Adriano Celentano con un brano dal titolo omonimo musicato da Carmen Consoli e inserito in “Dormi amore la situazione non è buona”.

Nel mondo musicale sono state ricordate la grande jazz singer Billie Holiday e l’indimenticabile Mia Martini. La prima dal gruppo inglese Shakatak in “Lady” del 1984, i versi sono troppo rivelatori: ‘io sento una voce fuori della storia…che visse il suono della disperazione….canta di nuovo nella memoria del fiore bianco tra i suoi capelli’.

Loredana Bertè ha scritto più brani per sua sorella Mimì, usando toni accesi e appassionati in “Zona Venerdì”, “Luna” e soprattutto in “Mufida”. Anche Renato Zero ha voluto fare una dedica a questa nostra splendida interprete in “La grande assente” del 1998 (‘ho perso te…potevi amarti di più…ho perso te…dovevi vincere di più’). Più recenti gli omaggi di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro in “Comunque vadano le cose” e del gruppo L’Or in “Buonanotte Mimì”.

E per concludere questa carrellata, citiamo proprio un brano di Mia Martini “Donna” del 1989, scritto da Enzo Gragnaniello, con il commento, come viene riportato nel recente libro “La voce dentro”, della stessa artista: ‘in questo testo si parla di diverse violenze fatte alle donne e non solo quelle fisiche; come diceva il grande Lennon ‘la donna è il negro del mondo’; la donna è colei che deve capire, è il trat d’union, è quell’equilibrio…la donna è la cattiva coscienza, è la madre; la donna è la follia, la tentazione; la donna è il dubbio ma è anche la soluzione. Mi ritrovo in questo testo e lo sento perché ho subito delle violenze sia come artista che come donna'.



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