La classifica dei tentativi più maldestri di recupero dati da HD

Kroll Ontrack ha stilato una classifica delle 5 situazioni più singolari di recupero dati da hard disk che vengono consegnati privi di componenti o rimontati in modo errato, addirittura dispositivi con briciole o altre impurità all’interno, aperti da utenti che adottano il “fai da te” oppure da fornitori di recupero dati non sempre seri e affidabili.

Copertina Kroll Ontrack, – azienda leader nell’offerta di soluzioni e servizi di recupero dati, cancellazione sicura e computer forensics – ha stilato una classifica delle 5 situazioni più singolari di recupero dati da hard disk che vengono consegnati privi di componenti o rimontati in modo errato, addirittura dispositivi con briciole o altre impurità all’interno, aperti da utenti che adottano il “fai da te” oppure da fornitori di recupero dati non sempre seri e affidabili.

Le possibilità di recupero dati sono infatti molte elevate se il supporto, una volta danneggiato, non viene aperto o lavorato da mani inesperte.

“Un disco già aperto può voler dire per il cliente dati persi per sempre o non recuperabili nella loro totalità. Se consideriamo che in un hard disk sono in gioco grandezze di alcuni milionesimi di millimetro è facile rendersi conto di quanto sia importante intervenire solo in modo professionale.” commenta Paolo Salin.

La casistica raccolta dagli specialisti del Servizio Clienti di Kroll Ontrack dice che ad aprire i supporti danneggiati sono in generale gli amici e i conoscenti in caso di utenti privati, tecnici non specializzati nel caso di piccole-medie aziende. Infine i rivenditori di informatica che nel tentativo di ripristinare i dati dei loro clienti decidono di aprire da soli il supporto o di affidarsi a presunti esperti trovati su Internet, selezionati in base a offerte civetta invece che alle reali capacità. Il consiglio, in qualità di professionisti ed esperti, è invece quello di non aprire o far mai aprire i supporti danneggiati se si desidera mantenere inalterate tutte le possibilità di recupero.

Nessun utente pensa a un fornitore di recupero dati prima di perdere file personali o di lavoro dall’hard disk del computer di casa, dal pc dell’ufficio o dallo smartphone. Cosa accade quando si verifica il “disastro”? Pensiamo a dell’acqua che si rovescia sul nostro PC, al nostro tablet che cade sul pavimento oppure alla semplice constatazione che il computer non si avvia: è proprio in situazioni come queste - e che nessuno mai considera - che gli utenti generalmente adottano il “fai da te” oppure si precipitano su Internet alla ricerca del primo fornitore di recupero dati, che purtroppo spesso non si dimostra sempre competente e affidabile.

“Nella maggior parte dei casi vi sono ottime possibilità di recuperare i dati da un supporto danneggiato ma tali possibilità si riducono notevolmente se il dispositivo è già stato aperto e maneggiato da improvvisate e sedicenti società di data recovery.” afferma Paolo Salin, Country Director di Kroll Ontrack in Italia, “E’ molto importante, quindi, evitare qualsiasi tipo di manomissione. Nella nostra lunga esperienza, ci è capitato più volte di operare su dispositivi che avevano già subito tentativi di ripristino e i nostri tecnici spesso si sono trovati di fronte a situazioni disastrose: hard disk privi di componenti o rimontati in modo errato, addirittura dispositivi con briciole o altre impurità all’interno”.

Kroll Ontrack – azienda leader nell’offerta di soluzioni e servizi di recupero dati, cancellazione sicura e computer forensics – ha raccolto alcune singolari situazioni di hard disk drive precedentemente aperti da presunti esperti di recupero dati, realizzando una classifica dei 5 casi più frequenti.
1) E le testine dove sono? - Spesso i tecnici di Kroll Ontrack si vedono recapitare dischi apparentemente in condizioni normali per poi scoprire, una volta aperti, l’assenza di alcune importanti componenti come le testine. Il fantomatico tecnico ha evidentemente scordato di rimontarle!
2) Un caso degno del miglior investigatore - Un’altra frequente situazione è il ritrovamento di impronte digitali sui piatti degli hard disk, un segno di evidente imperizia nel maneggiare anche a livello base un disco. Se consideriamo che i dati si trovano memorizzati su tali piatti, la cura che deve essere posta per proteggerli da qualunque ulteriore danno deve essere massima!
3) É ora della merenda – Non è raro per i tecnici di Kroll Ontrack ritrovare polvere e briciole all’interno di dispositivi già aperti, chiaro segno che l’hard disk è stato aperto in ambienti non idonei per il recupero dei dati e probabilmente durante uno spuntino. È fondamentale che i dispositivi vengano lavorati all’interno di una camera bianca professionale da personale qualificato. Kroll Ontrack detiene in Italia l’unica camera bianca professionale per il recupero dei dati.
4) Graffi – Uno degli scenari più seri è la presenza di graffi sulla superficie magnetica dei piatti dell’hard disk. Purtroppo nella maggior parte dei dischi già aperti non si tratta di un problema generato da un guasto hardware ma di un uso maldestro di rudimentali strumenti di lavoro. Una superficie graffiata può significare perdita dei dati.
5) L’hard disk come un puzzle – Una delle operazioni che i tecnici di Kroll Ontrack devono affrontare è il riassemblaggio dei supporti che arrivano presso la camera bianca letteralmente a pezzi. In questi casi i dischi vengono consegnati completamente smontati con le varie parti in buste di plastica. Come se non bastasse, spesso i pezzi appartengono a modelli differenti!

“Sebbene la classifica possa far sorridere, non dobbiamo dimenticare che un disco già aperto può voler dire per il cliente dati persi per sempre o non recuperabili nella loro totalità. Se consideriamo che in un hard disk sono in gioco grandezze di alcuni milionesimi di millimetro è facile rendersi conto di quanto sia importante intervenire solo in modo professionale.” continua Paolo Salin. “La casistica raccolta dagli specialisti del nostro Servizio Clienti ci dice che ad aprire i supporti danneggiati sono in generale gli amici e i conoscenti in caso di utenti privati, tecnici non specializzati nel caso di piccole-medie aziende. Infine i rivenditori di informatica che nel tentativo di ripristinare i dati dei loro clienti decidono di aprire da soli il supporto o di affidarsi a presunti esperti trovati su Internet, selezionati in base a offerte civetta invece che alle reali capacità. Il consiglio, in qualità di professionisti ed esperti, è invece quello di non aprire o far mai aprire i supporti danneggiati se si desidera mantenere inalterate tutte le possibilità di recupero.”

Kroll Ontrack è lo specialista mondiale nel settore del data recovery da oltre 25 anni. L’azienda mette a disposizione la sua esperienza e la sua professionalità per il ripristino di qualunque tipo di dato da qualsiasi supporto, anche nelle condizioni più critiche. Ogni anno Kroll Ontrack gestisce oltre 50.000 casi di recupero. Kroll Ontrack, inoltre, possiede in Italia l’unica camera bianca professionale per il recupero dei dati, uno struttura tecnica moderna e avanzata, dotata di centinaia di tool proprietari harware e software oltre a migliaia di parti di ricambio.

Pubblicato il 27/03/2013