Xbox, Sony Pictures e Wall Street sotto attacco hacker

Brutte notizie in queste prime giornate di dicembre, in cui sembra che l'attività di molti hacker sembra si stia intensificando, e non poco. Sotto attacco alcune multinazionali e entità statunitensi e giapponesi, in particolare desta attenzione quanto accaduto a Microsoft e Sony, come vedremo qui avanti.
del 03/12/14 -

Brutte notizie in queste prime giornate di dicembre, in cui sembra che l'attività di molti hacker sembra si stia intensificando, e non poco. Sotto attacco alcune multinazionali e entità statunitensi e giapponesi, in particolare desta attenzione quanto accaduto a Microsoft e Sony, come vedremo qui avanti.

Xbox Live finisce offline
Mentre da qualche ora il servizio online della famosa consolle di videogiochi ha ripreso a funzionare normalmente, come segnalato su Xbox.com, un gruppo di pirati informatici ha rivendicato l’attacco DDoS che ha messo fuori combattimento e offline la piattaforma.

Il Tweet di lizard squad
Si tratta del gruppo Lizard Squad che ha usato Twitter per riaffermare la propria identità dietro quanto accaduto. Inoltre minacciano di eseguire un secondo attacco, questo recente infatti sarebbe solo “Un piccolo assaggio di quello che succederá a Natale”. Microsoft avvisata, mezzo salvata, verrebbe da dire.

Attacco a Sony Pictures, l’ombra della Corea del Nord

FBI e CIA hanno avvisato nelle ultime ore le aziende operanti sul suolo americano di possibili cyber-attacchi dopo quanto successo alla sede californiana della Sony. Il distaccamento negli USA di Sony Pictures, nella città di Culver City, è stato vittima di un poderoso attacco che ha paralizzato i sistemi dell’azienda cinematografica e i dipendenti hanno dovuto lavorare per ore usando carta, penna e il vetusto fax.

Guardians of Peace
Un teschio è apparso sugli schermi dei PC della Sony con una sigla #GOP (Guardians of Peace) minacciando di lanciare pubblicamente tutta una serie di dati e informazioni private dell’azienda.

Sono stati rubati quattro film ancora inediti: “Annie”, “Still Alice”, “Mr. Turner” e “To Write Love on Her Arms”. La collaborazione tra organi di sicurezza e Sony starebbe portando alla luce la participazione di hacker nordcoreani in questo attacco.

I pirati però avrebbero agito da postazioni messe in piedi in Cina, una eventualità credibile considerando que il paese di Kim Jong-un si trova ancora in una fase abbastanza primitiva per quanto riguarda le tecnologie informatiche ed Internet.

Il movente è semplice: il governo di Pyongyang non ha gradito il film “The Interview” con James Franco in cui i protagonisti cercano uccidere il dittatore nordcoreano durante appunto un’intervista.

Anche Wall Street nel mirino
L’azienda di sicurazza informatica FireEye ha battezzato con il nome FIN4 il nuovo gruppo di hacker che avrebbe colpito circa un centinaio di studi legali e di consulenza cha lavorano con Wall Street. L’obiettivo è carpire e rubare informazioni sui mercati finanziari, in parole povere poter accedere in anticipo a tutta una serie di dati in grado di influenzare l’andamento dei titoli.

Il beneficio è chiaro e FIN4 sta producendo piccoli attacchi per recuperare i dati di accesso dei dipendenti di questi studi per poter mettere le mani su informazioni preziose che potrebbero mettere in ginocchio gli operatori di Wall Street.

Apple Pay obiettivo degli hacker nel 2015
Tra le tante previsioni annuali firmate dal colosso informatico Kaspersky, la famosa società di sicurezza informatica è sicura che nel 2015 gli hacker indirizzeranno la gran parte degli attacchi contro piattaforme e servizi di pagamento in mobilità.

Apple Pay sotto attacco nel 2015
Apple Pay potrebbe essere l’obiettivo principali e non solo: si parla anche dei metodi di pagamento online, manomissione di ATM e via dicendo.

Particolarmente sensibile sarà il nuovo sistema NFC (Near Field Communication) atteso in Europa per l’anno entrante, considerando che pochi mesi fa Trustwave rivelò che le comunicazioni tramite questo protocollo possono essere intercettate.

La risposta di Apple è secca e gli esperti di Cupertino rispondono che si tratta di una mera campagna intimidatoria, affermando che la protezione dei sistemi di pagamento è garantita in modo assoluto e totale.



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