Spesa online, food delivery ed e-commerce: come stanno reagendo gli italiani?

Secondo un’analisi delle aree semantiche del web, la Data Science Company Weborama rivela come preferiscono acquistare gli italiani
del 05/05/20 -

Dal lockdown istituto dal Governo il 9 marzo, gli italiani stanno affrontando una situazione del tutto nuova, soprattutto per ciò che riguarda gli acquisti quotidiani. Bar e ristoranti sono chiusi e tra le poche attività aperte ci sono i supermercati che però, a causa dell’emergenza sanitaria in atto, spesso prevedono lunghe file e, in qualche punto vendita, hanno scaffali sguarniti e assortimento ridotto.

In uno scenario economico nazionale particolarmente complicato, gli acquisti online hanno conosciuto un boom straordinario. La data science company Weborama ha focalizzato la ricerca sulla spesa online, il food delivery e l’e-commerce grazie a strumenti innovativi di analisi dei dati esaminando le parole chiave dei documenti disponibili online e i contenuti letti sul web, analizzando così sia l’interesse per queste modalità di acquisto sia la distribuzione geografica degli italiani che hanno scelto di comprare online.

L’interesse per la spesa online e il food delivery nelle regioni dell’Italia settentrionale

Nelle regioni del Nord Italia, in cui risiede quasi la metà della popolazione italiana, vive oltre il 62% delle persone che cercano servizi per la spesa online e quasi il 52% di quelle propense al food delivery. Dati trainati in particolare da Lombardia con il 31% di italiani interessati alla spesa online e il 28% al food delivery e soprattutto, dato inaspettato, dall’Emilia-Romagna che registra il 6,5% di interesse per il food delivery e il 10% per la spesa online riservandosi così il terzo posto a livello nazionale. La terza regione a supportare il Nord, in base all’analisi condotta da Weborama, è il Veneto dove la spesa online con il 9% supera di poco il food delivery (8%), segue poi il Piemonte con l’8% di interesse per la spesa online e il 7% per il food delivery.

Queste, ad oggi, sono le regioni più urbanizzate, le aree in cui le grandi catene della GDO sono più diffuse e in cui le piattaforme di food delivery sono maggiormente presenti e che sono state più duramente colpite.

I dati singolari dell’Italia centrale e meridionale in relazione alla spesa online e al food delivery

Nel Centro Italia, invece, la spesa online sembra essere un tema che interessa complessivamente il 23% degli italiani, mentre il food delivery registra il 25%, si differenzia la Toscana che da sola con l’9% di interesse per il food delivery si assesta al quarto posto su scala nazionale. Il Lazio svetta in classifica con il 13,5% per la spesa online e il 12,2% per il food delivery mentre per il Sud Italia sono singolari i dati registrati in Campania in merito all’acquisto di prodotti alimentari online con un interesse del 7% e del 12% per il food delivery che pone la regione al terzo posto a livello nazionale dopo Lombardia e Lazio. Fa eccezione anche la Sicilia che, tra le regioni del Sud, si stanzia, dopo la Campania, al secondo posto con il 3% di ordini online e il 5,5% di interesse per le richieste di food delivery. Secondo la ricerca di Weborama, tuttavia, in Sardegna e così come nel resto del sud, sembrano quasi ignorate le due categorie di spesa online e food delivery. Nello specifico, gli italiani interessati alla spesa online in Sardegna sono meno dello 0,5%, il dato più basso dopo la Basilicata con lo 0,11% e il Molise con lo 0,08%, mentre la Puglia rialza l’interesse al 2,8% e registra il 3,2% per il food delivery ma sancisce il distacco dall’Abruzzo all’1% e dalla Calabria con lo 0,1%.

Le cause di questa disparità numerica possono essere ricercate nella diversa struttura commerciale, con botteghe, gastronomie, piccoli supermercati indipendenti e nella ristorazione che predilige modalità di delivery gestite in autonomia dal singolo ristorante, ma anche in una diversa penetrazione dell'epidemia di Coronavirus. Si può pensare che in aree drammaticamente colpite come Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, i consumatori siano stati più propensi ad evitare per quanto possibile di uscire di casa, mentre laddove il lockdown è stato percepito più come una misura precauzionale, la spesa settimanale o il ritiro di una pizza da asporto sono state considerate come attività legate alla quotidianità abituale.

La top 10 delle regioni più interessate all’e-commerce in Italia

Al contrario, invece, la distribuzione geografica degli utenti interessati all’e-commerce è sostanzialmente analoga a quella della popolazione. Nella top 10 delle regioni più interessate all’e-commerce troviamo sul podio la Lombardia con il 31%, il Lazio con il 14,5% e la Campania con l’8% seguite in quarta posizione dal Veneto che registra il 7,6%, dal 7,3% del Piemonte e dall’Emilia-Romagna con il 6%, al settimo gradino c’è la Toscana con il 5,3%, poi la Sicilia 5,1% e al penultimo posto la Puglia 4%, chiudono al decimo posto le Marche con il 2%. Ciò conferma nuovamente come l'e-commerce sia ormai una realtà solida in tutto il Paese indipendentemente dall'area geografica.

I dati raccolti e analizzati da Weborama mediante l’analisi semantica delle parole chiave dei documenti disponibili online e dei contenuti letti sul web sono aggiornati al 27/04/2020 e totalmente conformi al GDPR

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