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Ivan Basso, dimesso stamane dal San Raffaele, a RaiSport: «Ottimista e sorridente. Voglio essere a Parigi per l'ultima tappa del Tour»

Dopo il ritiro improvviso dal Tour de France a causa della scoperta di un tumore al testicolo, Ivan Basso, operato ieri al San Raffaele e dimesso oggi, è intervenuto telefonicamente su RaiSport durante la diretta della dodicesima tappa, da Lannemezan all'arrivo in salita di Plateau de Beille.
del 16/07/15 -

L'operazione: «Sono super sorridente ed ottimista»
«Sono molto felice, mi hanno dimesso poco fa. È andato tutto bene, sono super sorridente ed ottimista. Oggi è una giornata più speciale per me. Sono soddisfatto dal risultato dell'operazione, dal risultato dei primi esami, c'è un ottimismo generale che mi fa sorridere e mi rende tranquillo. Questa è la cosa più importante per il momento».

La caduta: «Banale, nella quinta tappa. Cronosquadre fatale»
«Tutto è iniziato la quinta tappa: nel finale della corsa, a 25 km dall'arrivo c'è stata una caduta banale. Sono scivolato, non mi sono fatto assolutamente niente ma nella caduta mi è rimasto agganciato il piede di sinistra, quindi ho schiacciato praticamente il testicolo tra la gamba e la sella. Cosa che peraltro mi è capitata altre volte, chi corre in bici sa che possono capitare incidenti di questo tipo. Non ho dato molto peso, ho sentito fastidio.

Il fastidio ogni giorno è diventato più insistente. La cronometro a squadre è stata fatale per me, perché comunque la posizione era ancora più fastidiosa. Al termine della cronometro il medico della squadra mi ha portato nella clinica mobile del Tour e lì ci sono stati i primi sospetti che non era ovviamente legato alla caduta ma c'era qualcosa di diverso. Hanno velocemente organizzato il giorno successivo una visita all'ospedale di Pau ed hanno fatto una diagnosi che è poi stata confermata qui in Italia. Devo ringraziare tutti quelli che in questi giorni si sono adoperati per aiutarmi a risolvere questo problema. Il tempismo è stata la cosa più importante in tutta questa vicenda».



Sui Campi Elisi: «Priorità al recupero, ma voglio essere a Parigi»
«Già domani sarò già al San Raffaele per dei dettagli legati all'operazione. Sono ancora in un momento di convalescenza. In questo momento ho un grande sostegno da parte di tutta la mia società, da Tinkoff, Feltrin, da tutti i dirigenti, compagni e dal mondo del ciclismo in generale. La priorità assoluta è recuperare la piena salute, dopodiché cominceremo a pensare a tutto il resto. La mia squadra, la Tinkoff-Saxo, mi è vicinissima e stiamo insieme, così, percorrendo questo percorso inaspettato ma appena tutto si sistema cercheremo di pianificare il mio futuro per il bene della società e per il mio bene. Sono coccolato in questa squadra e questo per me fa la differenza: sarà facile trovare la soluzione in un modo o nell'altro. È un desiderio. È una promessa che ho fatto ai miei compagni, è quello che desiderano i miei compagni e la società. È solo legato al decorso post-operatorio. Domani sapremo qualcosa di più, però diciamo che i tempi sono a nostro favore, nel senso che c'è il tempo per recuperare pienamente e potermi spostare. Quindi conto di essere a Parigi per l'ultima tappa del Tour, per salutare tutti i miei compagni e tutti i miei tifosi, ovviamente».



I protagonisti del Tour: «Ci aspettavamo un Froome così forte»
«Il fatto che Froome andasse molto forte si era già capito da come aveva gestito le prime tappe difficili al Nord, prima di arrivare in Francia: la tappa del pavé e la tappa del Muro di Huy. Aveva dimostrato di avere una condizione eccellente. Noi avevamo già nella nostra testa il fatto che potessero fare una grande differenza nella prima tappa di montagna. Quintana ha dimostrato di essere l'avversario più tenace e questo l'avevamo detto già dalla partenza.

Alberto ha sofferto questo arrivo in salita due giorni fa per il suo problema dell'allergia e comunque anche per i meriti degli avversari. Questo però non vuol dire che il Tour è finito. Il Tour è una corsa molto particolare: in questo momento Froome è ovviamente avvantaggiato dalla sua grande superiorità e da una squadra anche fortissima, con Porte e Thomas che lo lasciano veramente a poco dal traguardo. Questa è un po' l'analisi dei due più forti e del mio capitano».




Nibali: «Grande affetto per lui. Al Tour conta anche un piazzamento»
«Poi c'è il discorso di Nibali. Sapete quanto affetto ho per questo corridore che è stato un mio compagno. Abbiamo condiviso insieme delle esperienze bellissime e quindi è un corridore che guardo sempre con grande affetto. Il Tour è una corsa in cui quando hai un colpo a vuoto o due, difficilmente riesci a vincerlo. Però il Tour è la corsa più importante del Mondo, è la corsa dove ci sono i corridori più importanti del Mondo e sai benissimo che vale anche un piazzamento. Non vale solo la vittoria.

Vincenzo è un corridore coraggioso, è un corridore di grande classe, è un corridore che può lottare anche per un piazzamento iportante in questo Tour. Quindi io mi aspetto una reazione forte. Ovvio, questo lo dico senza aver parlato con lui, non so se lui ha qualche problema fisico; mi auguro di no, mi auguro che possa ritrovare il colpo di pedale giusto ed avere una reazione importante».




Contador: «È tosto. Dove non arriva con la testa, arriva con le gambe»
«Il mio capitano, dove non arriverà con le gambe arriverà con la testa. Già da oggi e poi sulle Alpi. Contador è uno di quelli particolarmente tosti, quindi è là, in lotta. Come ho detto poco fa, se la maglia gialla diventa irragiungibile, non è un disonore cercare di lottare per il podio, al Tour, perché se un corridore è tanto più forte, è ovvio che cerchi di lottare per una posizione diversa quando capisci che la maglia gialla ormai non è più alla portata. Questa è un pensiero che secondo me un grande campione, rispettoso di se tesso, della sua squadra, di una corsa come il Tour deve fare. Ma io sono certo di una cosa per Alberto: dove non arriva con le gambe arriva con la testa. Quindi sono sicuro che lotterà sino alla fine per ottenere il miglior posto possibile in classifica, perché è un grande campione».



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