Ipercolesterolemia: le nuove terapie alla sfida dei percorsi di cura regionali

L’ipercolesterolemia familiare è una patologia ancora poco diagnosticata e poco trattata, ma sono in arrivo efficaci molecole che apriranno nuove opzioni di trattamento. Esperti a confronto a Roma.
del 03/11/16 -

– Esperti del mondo della salute si confrontano a Roma presso la Sala del Refettorio della Camera dei Deputati a Montecitorio sul tema delle nuove terapie in arrivo per il trattamento dell’ipercolesterolemia.

L’incontro dal titolo “Nuove frontiere nella terapia delle ipercolesterolemia: la sfida dei percorsi di cura regionali” ha l’obiettivo di presentare alle Aziende Ospedaliere e ai Servizi Farmaceutici della Regione Lazio un’analisi completa e sistematica dei consumi e delle prospettive terapeutiche dell’ipercolesterolemia.

Stando ai dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono due milioni e seicentomila nel mondo le morti causate ogni anno dalle malattie cardiocircolatorie. Le numeriche sono impressionanti anche se rapportate all’Europa e all’Italia. Nel nostro Paese, infatti, sono 185.000 i decessi ogni anno, il 30% di tutte le cause di morte. Il principale fattore di rischio per lo sviluppo di cardiopatie ischemiche è costituito dall’ipercolesterolemia, cioè livelli incontrollati di colesterolo LDL nel sangue, prima ancora di fumo e obesità.

L’Istituto Superiore di Sanità stima che il trend di prevalenza di questa patologia sia in crescita del 28,7%. Quello che più colpisce, però, è che circa il 40% non è consapevole di avere livelli di colesterolo fuori dalla norma e solo il 24% degli uomini e il 17% delle donne è trattato efficacemente. Nella sua forma familiare, l’ipercolesterolemia colpisce nel mondo circa una persona su 200-500, ma in Italia viene diagnosticata solo nell’1% dei casi.

“L’ipercolesterolemia è una condizione molto diffusa ed è uno dei fattori di rischio più comuni per lo sviluppo di malattie cardiovascolari. Il trattamento di prima linea per questa patologia è quello con statine ad alta intensità, la cui somministrazione è finalizzata alla riduzione dei livelli di colesterolo LDL nel sangue ed al raggiungimento del target terapeutico prefissato” - commenta il Prof. Massimo Uguccioni, Direttore U.O.C. UTIC Cardiologia 1, presso l’Azienda Ospedaliera San Camillo – Forlanini di Roma - “Purtroppo, però, non in tutte le popolazioni di pazienti il raggiungimento di questi target avviene in maniera adeguata, o perché si manifestano eventi avversi durante trattamento con statine oppure perché alcuni soggetti hanno un profilo di rischio molto elevato ed elevati livelli di colesterolo LDL pre-trattamento, frequentemente dovuti a quella che si chiama ipercolesterolemia familiare o FH. Per loro è in arrivo una nuova classe di farmaci, gli inibitori del PCSK9, in grado di ridurre i livelli di colesterolo anche del 70% rispetto al valore basale.
È fondamentale che l’utilizzo di queste nuove armi terapeutiche vada di pari passo con una maggiore attenzione per l’identificazione dei soggetti affetti da ipercolesterolemia familiare che resta, ad oggi, una patologia ampiamente sottodiagnosticata e, di conseguenza, sottotrattata. Per fare ciò possono essere molto efficaci alcuni strumenti di semplice utilizzo come il Dutch Lipid Score, che è un sistema a punteggio, che permette di identificare i soggetti con elevata probabilità di malattia, in funzione della presenza di alcuni parametri clinico-laboratoristici di facile acquisizione”


I nuovi farmaci, che inibiscono la proproteina convertasi subtilisina/kexina di tipo 9 (PCSK9), consentono un adeguato riciclo dei recettori LDL permettendo al fegato di assorbire correttamente il C-LDL. Queste nuove molecole, anticorpi monoclonali completamente umani, sono da poco disponibili sul mercato e attualmente in fase di negoziazione con AIFA. È quindi indispensabile che tutti gli attori coinvolti agiscano coordinandosi e implementando modelli regionali efficaci soprattutto alla luce della nuova legge di bilancio.

“Bene il fondo sugli innovativi, se il testo sulla nuova legge di bilancio 2017 andrà in porto in breve tempo individuando risorse certe dedicate all’accesso dei nuovi farmaci. Ma solo l’eliminazione dei PTOR regionali, divenuti ormai uno strumento di governance economica, sostituiti da PDTA nazionali consentirà l’accesso alle nuove terapie definendo dei tempi ben precisi e massimi entro i quali le Regioni devono rendere fruibile il farmaco approvato dall’AIFA cono modalità distributive uniformi in tutto il territorio nazionale” – conclude Arturo Cavaliere, Segretario Regionale SIFO Lazio“Infine, le modalità di accesso e di cura regolamentate da alcune Regioni inducono una profonda riflessione sulla bontà dell’istituzione di reti di patologie che spesso sono correlate all’individuazione dei centri prescrittori. Difatti, le reti di patologie, mentre possono avere una loro ratio chirurgica di alta specializzazione, non possono identificare la prescrizione o la terapia farmacologica da infondere, la cui appropriatezza prescrittiva per i farmaci di nuova generazione e aderenza alla terapia è già da tempo governata dai medici prescrittori e farmacisti dei Servizi Sanitari attraverso lo strumento dei registri di monitoraggio AIFA e Piani terapeutici online.”


Ipercolesterolemia Familiare

L’ipercolesterolemia familiare (FH) è una condizione ereditaria che causa elevati livelli di C-LDL (lipoproteine a bassa densità di colesterolo, o colesterolo ‘cattivo’) e patologie cardiovascolari (come infarti o ictus) in giovane età. Le persone affette da FH presentano livelli elevati di C-LDL perché non sono in grado di eliminare correttamente il colesterolo cattivo dal sangue attraverso il fegato. Il colesterolo è una molecola simile ai grassi che si trova nelle cellule dell'organismo e anche in alcuni alimenti. L'organismo ha bisogno di una certa quantità di colesterolo per funzionare correttamente e utilizza questa sostanza per produrre ormoni, vitamina D e altre sostanze utili alla digestione dei cibi. Se però il colesterolo presente nel sangue è eccessivo, si accumula sulle pareti delle arterie - una condizione conosciuta come aterosclerosi - e aumenta il rischio di patologie cardiovascolari.

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