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Il ritorno di Charles Aznavour in concerto con una data a Roma il 1 luglio

A pochi giorni dal suo concerto al Centrale Live (inaugura il 1° luglio l'estate del Foro Italico a Roma), Charles Aznavour, 90 anni compiuti lo scorso 22 maggio, è stato al centro di una conferenza stampa al Campidoglio alla presenza del Sindaco Marino, realizzata in occasione delle sue vacanze romane.
del 27/06/14 -

A pochi giorni dal suo concerto al Centrale Live (inaugura il 1° luglio l'estate del Foro Italico a Roma), Charles Aznavour, 90 anni compiuti lo scorso 22 maggio, è stato al centro di una conferenza stampa al Campidoglio alla presenza del Sindaco Marino, realizzata in occasione delle sue vacanze romane.

Il chansonnier, a dispetto degli anni che passano, fa sfoggio della sua grande schiettezza ed ironia, come confermano alcune sue annotazioni: 'Ho smesso di festeggiare i miei compleanni a cinquant'anni e ho deciso che ricomincerò solo quando ne compirò 100. D'altronde l'aria in Francia è buona e le mie origini caucasiche mi fanno credere che vivrò fino a 120 anni. Al compimento di un secolo smetterò di cantare, ma non di scrivere canzoni. La scrittura è una malattia incurabile ed è la sola amante che ho'.

E’ ciarliero, disponibile al dialogo, nel rispondere alle domande dei giornalisti presenti. Il concerto che terrà a Roma è uno dei tanti che faranno parte del suo tour mondiale. E sulla probabile fatica di affrontare uno spettacolo, data l’età, dichiara con una sincerità disarmante:
‘A novant'anni non ho paura di dire che si sente meno bene, si vede meno bene e non ci si ricorda più le parole delle canzoni. Ci sono tantissimi cantanti che usano il gobbo, ma io sono uno dei pochi ad ammetterlo. Lo dico fin dall'inizio del mio concerto e così creo immediatamente una grande intimità con il mio pubblico. Agli spettatori devi avere il coraggio di dire tutto, non ho tabù: nelle lingue che conosco dico tutto quello che penso. Qualche volta mia moglie vorrebbe frenarmi e mi dice "ma non vorrai dire anche questo?" ma io vado per la mia strada’.

E prosegue: ‘Ogni concerto è diverso perché diverso è il pubblico, il posto dove suoni e il tuo stato d'animo però la scaletta è la stessa, non scelgo canzoni diversi per serate diverse. E sono contrario ai bis perché al cinema non si chiede una sequenza supplementare dopo i titoli di coda o non si chiede alla diva dell'opera di resuscitare alla fine dello spettacolo. Trovo che sia una vergogna far aspettare il pubblico a battere i piedi e le mani, se si deve tornare in scena occorre tornare subito'.

E fa un elenco dei brani che presenterà, naturalmente in italiano, alla luce della sua collaborazione con alcuni autori di casa nostra, come Giorgio Calabrese, Sergio Bardotti e Mogol, che hanno tradotto numerose composizioni del suo repertorio:
‘Con gli autori italiani ho avuto delle bellissime esperienze, ho fatto tradurre in italiano 74 canzoni perché ho trovato degli autori straordinari, io ero un rompiscatole con il dizionario in mano, ma se ne ho incise così tante nella vostra lingua è perché ho trovato persone veramente in gamba e mi sono divertito'.

Ci saranno perciò tutte d'un fiato e senza bis le classiche "Ed io tra di voi", "Ti lasci andare", "Come è triste Venezia", "Lei", "Quel che non si fa più".

I suoi rapporti con l’Italia sono stati privilegiati da lungo tempo, soprattutto negli anni ’70 e anche alcuni artisti hanno ripreso i suoi pezzi: “E io tra di voi”, interpretato da Mina e in tempi più recenti da Franco Battiato, oppure “L’istrione” cantata splendidamente da Massimo Ranieri nel suo spettacolo “Canto perché non so nuotare”. Memorabile la sua tournée con Mia Martini, nella quale regalavano insieme uno splendido duetto “Dopo l’amore”, riproposta, dopo 30 anni, nella sua mini tournée italiana del 2009.

Nella sua lunga carriera ha affrontato nelle sue canzoni prevalentemente temi come l’amore, ma in “Comme ils silent” nel 1972 , tradotta in “Quel che si dice”, ha parlato di omosessualità:
‘Ricordo bene quella canzone. E anche l'anno. La parola era presente nel brano pur senza essere mai pronunciata. Ho scritto molte canzoni su fatti sociali ma bisogna fare attenzione a non urtare la sensibilità della gente. Ai tempi non era un tema socialmente accettato ma con quella delicatezza non solo fu accettato ma diede anche un aiuto alla comunità omosessuale. Con il pubblico non ci devono essere tabù. Quando l'ho composta mi hanno chiesto chi la canterà? Ma io naturalmente, ho risposto. Ha avuto un successo immediato. Se la canterò a Mosca? Io vorrei proprio cantarla perché mi hanno detto che il signor Putin è contro gli omosessuali, però se mi chiederanno di non cantarla non la canterò perché io sono anche ambasciatore dell'Armenia, un paese vicino alla Russia e non vorrei creare un caso diplomatico. In cuor mio però spero che si dimentichino di dirmelo'.

Lui fa l’ambasciatore, ma non il politico, ci tiene a precisarlo: ‘Dell’Onu, dell’Unesco e dell’Armenia, il mio paese di origine. Comunque il mio è solo impegno sociale, non politico’.

Aznavour è una leggenda, una ‘montagna rocciosa’, nonostante sia piccolo e minuto, soprattutto ha una vitalità ed energia incredibili che gli hanno permesso di realizzare persino un doppio album di duetti con nomi internazionali come Sting, Elton John, Celine Dion. Ha ricevuto il Premio alla Carriera al MIDEM 2009.

Vale proprio la pena andare ad ascoltare le sue melodie intramontabili ed applaudirlo: un piacere più che un dovere!



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