Furti d’identità e frodi creditizie: gli italiani le temono ma non fanno abbastanza per proteggersi

Il 68,4% conosce il fenomeno del furto d’identità, ma la maggioranza non è sufficientemente attenta alla diffusione dei propri dati online, che possono essere utilizzati per rubare l’identità. Il 38% dei giovani non si pone nemmeno il problema della propria identità digitale.
del 14/10/14 -

Il fenomeno delle frodi creditizie, che si realizza mediante furto di identità ed il successivo utilizzo illecito dei dati personali e finanziari altrui per ottenere credito con l’intenzione di non rimborsare il finanziamento e non pagare il bene, è conosciuto dalla maggioranza degli italiani (nel 68,4% dei casi, per la precisione) che, oltre a temere di esserne vittima, conoscono abbastanza nel dettaglio anche le conseguenze e sono coscienti dei rischi connessi.
Dato per molti versi sorprendente è quello relativo ai più giovani, i cosiddetti “nativi digitali”, che pur risultando particolarmente attivi dimostrano una non sufficiente attenzione relativa ai rischi di pubblicare i propri dati sul web (il 37,8% non mette in atto nessun comportamento virtuoso), fornendo così ai frodatori un facile accesso ad informazioni che possono essere utilizzate anche in maniera illecita.
Queste le principali evidenze della ricerca online sul furto d’identità condotta su utenti web da Smart Research e da Mister Credit, la divisione di CRIF specializzata nelle soluzioni a tutela dell’identità personale e a supporto del benessere finanziario dei consumatori.

Il livello di conoscenza del fenomeno del furto d’identità e delle sue conseguenze

Dalla ricerca, condotta nel mese di giugno 2014 su un campione rappresentativo della popolazione italiana (per sesso, età e aree geografiche), è emerso come la conoscenza del rischio dei furti d’identità sia ormai diffusa, tanto che più dei 2/3 degli intervistati conosce il fenomeno delle frodi creditizie tramite furto d’identità.
Per altro, tra gli italiani sono ben noti anche i rischi che questo tipo di frode comporta: soltanto il 10,8% dei rispondenti, infatti, non ne ha una esatta percezione mentre vengono citati come rischi concreti la perdita di denaro (nel 41,4% dei casi), l’addebito di importi consistenti (37,3%), la segnalazione come cattivo pagatore nei Sistemi di informazioni Creditizie (33%) e la possibilità di avere problemi con la Giustizia (31,3%).

La conoscenza dei principali fattori di rischio legati al furto di identità

Tra i maggiori fattori di rischio riconosciuti dagli intervistati come possibili cause del furto di identità troviamo, per oltre il 40% del campione, eventi legati al furto di documenti o strumenti di pagamento nel mondo reale ed eventi legati al mondo online quali l’accesso indebito a caselle di posta elettronica o le transazioni online sul sito di e-commerce.
Vengono invece ritenute meno rischiose, e quindi più sicure, l’accesso all’home banking e le operazioni di pagamento o prelievo su punto vendita o ATM.

“La ricerca che abbiamo condotto con Smart Research ci ha permesso di focalizzare meglio gli elementi di conoscenza legati al furto di identità, fenomeno sempre più in crescita soprattutto nel mondo online, nonché i fattori di vulnerabilità degli italiani – illustra Beatrice Rubini, Personal Solutions and Services di CRIF - Se sul fronte della protezione dei dati personali su documenti tradizionali quali carte di identità o corrispondenza privata il livello di attenzione si è alzato, emerge una sostanziale inadeguatezza sul fronte dei comportamenti agiti e in grado di tutelare la circolazione dei dati personali degli utenti in rete. Su questo ci sono livelli di attenzione che variano a seconda dell’età dell’utente e probabilmente connessi anche alla finalità di utilizzo del web. Il minor livello di attenzione dei giovani si può spiegare in relazione al fatto che il web è sovente utilizzato per finalità più ludiche che finanziarie; questo porta erroneamente a pensare di essere meno esposti rispetto a determinati rischi. Perdere il controllo dei propri dati può però essere estremamente dannoso, quanto vedersi sottratta la propria carta di credito. Su questo bisognerebbe far riflettere di più i giovani”.



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