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Tre petizioni per fermare la repressione in Tibet

Tibet. Sangue in Cina. Due milioni di firme online per sostenere il Dalai Lama. Fino ad ora 1.400.000 persone hanno già firmato. C’è chi dice stop alle Olimpiadi. Il web è in fibrillazione per le sorti del popolo tibetano. Sono state raccolte milione di firme in 7 giorni. Si chiede di liberare 15 monaci e 48 blogger cinesi incarcerati. Questa è la petizione inviata da 1.400.000 persone al Presidente cinese Hu Jintao: "Come cittadini del mondo le chiediamo di esercitare moderazione e rispetto nell’affrontare le proteste in Tibet e di dialogare in modo costruttivo con il Dalai Lama per risolvere la questione Tibetana. Soltanto dialogo e riforme porteranno a una stabilità duratura. Il futuro della Cina e le sue relazioni con il resto del mondo dipendono da uno sviluppo armonioso, dal dialogo e dal rispetto". Avaaz.org, Amnesty international e Reporters sans frontières sono i promotori di tre distinte petizioni per fermare le persecuzioni in Tibet".
del 02/04/08 -

(Articoli di Francesco Bonazzi da www.agoramagazine.it/)

Navigazione rapida

Petizione 1), p1
Avaaz.org sul web, p1
Petizione 2)"Free Tibet. Stop to the China Olympic Games", p1
Reporters sans frontières sul web, p1
Petizione 3) Tibet Amnesty International, p1
15 monaci tibetani in carcere, p1
le fotografie di 14 dei 15 monaci in carcere, p1
Testo dell’appello Amnesty International, p1
Azioni Urgenti, p1
Scorta armata per la torcia olimpica, p1
salirà fino alla vetta di 8.850 metri, p1



Petizione 1)
Difendi il Tibet - Sostieni il Dalai Lama avaaz.org

http://www.avaaz.org/it/tibet_end_the_violence/

Dopo decenni di repressioni, i tibetani chiedono al mondo un cambiamento reale.In questo momento i leader cinesi stanno decidendo se intensificare la violenza o tentare il dialogo.
Tutti noi possiamo influenzare questa decisione critica, che potrebbe determinare il futuro del Tibet e della Cina. La Cina ha a cuore la sua reputazione internazionale, ma è necessario mobilitare il maggior numero di persone in tutto il mondo per ottenere l’attenzione del governo. Il Dalai Lama, leader spirituale tibetano, ha fatto appello alla moderazione e al dialogo: ha bisogno del nostro sostegno.Compila i campi qui sotto per firmare la petizione e spargere la voce.

Fino ad ora 1.400.000 persone hanno già firmato. Un milione di firme in 7 giorni. La consegna della petizione fra 4 giorni.

Avaaz.org Chi sono?

Da quando problemi come il cambiamento climatico e l’aumento dei conflitti religiosi nel mondo minacciano il nostro futuro, cittadini di ogni nazionalità hanno iniziato a prendere le questioni di politica mondiale direttamente nelle loro mani. Avaaz.org (il nostro nome significa "Voce" o "Canzone" in diverse lingue tra cui: hindi, urdu, farsi, nepalese, dari, turco e bosniaco) è una comunità di cittadini globali che agiscono per risolvere i più importanti problemi che il mondo affronta oggi. Il nostro scopo è assicurarci che le opinioni e i valori della popolazione mondiale - e non solo quelli delle classi politiche e delle corporation - contribuiscano a determinare le decisioni prese a livello globale. I membri di Avaaz.org si battono per un mondo più giusto e pacifico e per una visione di globalizzazione dal volto più umano.
In un mondo interconnesso come il nostro le azioni dei capi politici e delle aziende hanno un profondo impatto su tutti noi. Per raggiungere il potere e l’influenza esercitati dai leader e dalle corporation transnazionali, i membri di Avaaz.org stanno costruendo un movimento di cittadini senza frontiere. Essendo cittadini senza frontiere non godiamo dell’appoggio dei governi, delle aziende o dei media ma, lavorando insieme, possiamo sensibilizzare milioni di persone in tutto il mondo e far contare l’opinione pubblica riguardo a problemi globali quali la povertà, il cambiamneto climatico, i diritti umani e la sicurezza.

Usando le tecnologie più avanzate, Avaaz.org dà la possibilità a persone comuni di ogni angolo del pianeta di esprimere la loro opinione contattando direttamente le aziende, i media e coloro che prendono le decisioni a livello mondiale. Iscrivendoti ad Avaaz.org riceverai aggiornamenti sulle nostre campagne e sulle azioni da intraprendere online e offline per contribuire a risolvere i più urgenti problemi globali.

La nostra squadra Avaaz.org è stata fondata da Res Publica, un gruppo di attivisti globali, e da MoveOn.org, una comunità online che ha lanciato l’attivismo in rete negli Stati Uniti.

Avaaz.org è stato poi sviluppato da un gruppo di imprenditori del settore sociale che hanno unito il lavoro sui problemi di giustizia globale alle nuove tecniche di attivismo online. I fondatori di Avaaz.org sono Ricken Patel, direttore esecutivo, Jeremy Heimans, David Madden, Eli Pariser, Tom Perriello, Tom Pravda e Andrea Woodhouse.

Avaaz.org è gestita da una piccola squadra di attivisti sparsi in quattro continenti. Il team Avaaz conduce ricerche sulle campagne da intraprendere, prepara inviti ad azioni rapide e informa i media sul suo lavoro. Il gruppo che lancia le campagne consulta i membri di Avaaz.org e usa il loro feedback per organizzare le priorità dell’organizzazione. Avaaz.org è appoggiata da importanti gruppi attivisti di tutto il mondo, tra cui Service Employees International Union, co-fondatore di Avaaz, GetUp.org.au, e molti altri.


Avaaz.org sul web
The World in ActionCiao, Ho appena firmato una petizione urgente che chiede al governo Cinese di rispettare i diritti umani in Tibet ed aprire un dialogo con il Dalai Lama. ... www.avaaz.org/it/tibet_end_the_violence/

Avaaz.org - The World in ActionIl Dalai Lama, leader spirituale tibetano, ha fatto appello alla moderazione e al ... Compila i campi qui sotto per firmare la petizione e spargere la voce. ... www.avaaz.org/it/

Da: www.vita.it Tibet, una petizione da 600mila firme in tre giorni

(di Daniele Biella) L’appello lanciato dal sito canadese Avaaz.org, già attivo in passato per campagne su Iraq e Libano. "Il governo cinese deve dare segni di apertura al Tibet, chiede la petizione

Da quando, tre giorni fa, il sito di petizioni on line Avaaz.org (che significa “voce” in molte lingue asiatiche) ha lanciato l’appello, il numero di firmatari aumenta ogni secondo e raggiunge le 200mila firme giornaliere. Una mobilitazione di massa via web senza precedenti.

“Segno che il Tibet non è affatto lontano per centinaia di migliaia di persone”, spiega Ricken Patel, avvocato canadese che cinque anni fa, all’indomani dello scoppio della guerra in Iraq, ha dato il via al sito. “Questa volta la missione è doppia”, continua Patel, “da una parte mobilitare l’opinione pubblica internazionale per convincere i politici a fare atti concreti e a supportare il dialogo tra governo cinese e Dalai Lama, dall’altra solidarizzare con le migliaia di nostri amici che da giorni non possono accedere al web a causa della censura cinese”.

Avaaz.org reputa che la chiave di volta stia proprio nell’effetto mediatico della campagna: “Alla Cina interessa molto la propria reputazione internazionale, e se una valanga di persone è contro il massacro in Tibet, il presidente Hu JintaoIs-Chinas-Rise-Good-for-Africa non potrà che scendere a patti con il Dalai Lama e il Tibet”.

Lo stesso Dalai Lama, negli ultimi giorni, ha chiesto di continuare sulla via del dialogo e non su quella della violenza come strategia per ottenere qualcosa. “La petizione va in questo senso”, conclude Patel, “per questo vogliamo che sempre più gente, di tutto il mondo, vi aderisca”.

Per firmare, basta recarsi sul sito www.avaaz.org o sul link ufficiale della campagna.


Petizione 2)"Free Tibet. Stop to the China Olympic Games"
Reporters sans frontières www.rsf.org/ (40330 firme online)

http://www.rsf.org/rubrique.php3?id_rubrique=174

Da. beppegrillo.it http://www2.beppegrillo.it/iniziative/free_tibet.php

"Se gli Stati Uniti avessero invaso il Messico. Se la Francia avesse occupato l’Algeria. Se l’Australia avesse dichiarato guerra alla Papua Nuova Guinea. Se il Giappone avesse annesso la Manciuria. Se l’Italia tornasse di nuovo in Libia con le cannoniere.Se tutto questo fosse successo nell’anno delle Olimpiadi negli Stati Uniti, in Francia, in Australia, in Giappone, in Italia. Le Olimpiadi si sarebbero tenute lo stesso in questi Paesi? In nome di cosa? Del WTO? Della globalizzazione? Del consumismo? Il Governo italiano ha calato i pantaloni alla marinara di D’Alema (nessuno pensava che avrebbe fatto diversamente). L’umanità ha un debito enorme nei confronti del Tibet, della sua cultura, dei suoi abitanti. Lo ha lasciato solo per quasi sessant’anni in nome della realpolitik. Un comportamento semplice da capire. Se sei grosso puoi invadere, distruggere, sterminare. Se sei piccolo e hai il petrolio, allora sono c...i tuoi. Cecenia docet. Iraq ridocet. Il blog lancia oggi una petizione al segretario dell’Onu per un Tibet libero. Inviate il messaggio:

"Free Tibet. Stop to the China Olympic Games"

al segretario delle Nazioni Unite e diffondete l’iniziativa. La ruota del samsara vi premierà." Ho inviato subito l’e-mail, fatelo anche voi...

Per approfondimenti:
Lettera di Hu Jintao
No alle Olimpiadi di sangue
Free Tibet
Tibet medaglia d’oro olimpica

Tibet libero Se gli Stati Uniti avessero invaso il Messico. Se la Francia avesse occupato l’Algeria. Se l’Australia avesse dichiarato guerra alla Papua Nuova Guinea. Se il Giappone avesse annesso la Manciuria. Se l’Italia tornasse di nuovo in Libia con le cannoniere.Se tutto questo fosse successo nell’anno delle Olimpiadi negli Stati Uniti, in Francia, in Australia, in Giappone, in Italia. Le Olimpiadi si sarebbero tenute lo stesso in questi Paesi? In nome di cosa? Del WTO? Della globalizzazione? Del consumismo? Il Governo italiano ha calato i pantaloni alla marinara di D’Alema (nessuno pensava che avrebbe fatto diversamente). L’umanità ha un debito enorme nei confronti del Tibet, della sua cultura, dei suoi abitanti. Lo ha lasciato solo per quasi sessant’anni in nome della realpolitik. Un comportamento semplice da capire. Se sei grosso puoi invadere, distruggere, sterminare. Se sei piccolo e hai il petrolio, allora sono c...i tuoi. Cecenia docet. Iraq ridocet. Il blog lancia oggi una petizione al segretario dell’Onu per un Tibet libero. Inviate il messaggio: "Free Tibet. Stop to the China Olympic Games" al segretario delle Nazioni Unite e diffondete l’iniziativa. La ruota del samsara vi premierà.


Reporters sans frontières sul web
- Beijing 2008- No Beijing 2008 fights against Olympic games China’s candidature in 2008. It gives news and facts on human rights violations about the People’s Republic of ... www.rsf.org/rubrique.php3?id_rubrique=174

Reporters sans frontières - China- 7 feb 2008 ... More information about Reporters Without Borders’ campaign: http://www.rsf.org/rubrique.php3?id_rubrique=174. In this country ... www.rsf.org/article.php3?id_article=25512

Reporters sans frontières - Cyberdissidents emprisonnésReporters sans frontières défend la liberté d’information, la liberté de la presse et dénonce la censure. www.rsf.org/rubrique.php3?id_rubrique=79

Reporters sans frontières - Ennemis d’Internet... chinois emprisonnés est disponible sur le site de Reporters sans frontières à l’adresse suivante : http://www.rsf.org/rubrique.php3 ?id_rubrique=79. ... www.rsf.org/article.php3?id_article=26132 Altri risultati in www.rsf.org »

Reporters Without Borders - 47, rue Vivienne, 75002 Paris - France

[email protected]

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Petizione 3) Tibet Amnesty International

http://www.amnesty.it/appelli/azioni_urgenti/Tibet

Tibet Amnesty International teme rischino di subire torture e altri maltrattamenti.


15 monaci tibetani in carcere
Data di pubblicazione dell’appello: 19.03.2008 Status dell’appello: attivo

Secondo informazioni provenienti dal Centro tibetano sui diritti umani e la democrazia (Tchrd), 15 monaci tibetani (Samten, Trulku Tenpa Rigsang, Gelek Pel, Lobsang, Lobsang Thukjey, Tsultrim Palden, Lobsher, Phurden, Thupdon, Lobsang Ngodup, Lodoe, Thupwang, Pema Garwang, Tsegyam e Soepa) sono in carcere dal 10 marzo per aver preso parte a una manifestazione pacifica a Barkhor, Lhasa, la capitale della Regione autonoma tibetana. Non si hanno ulteriori informazioni sul luogo in cui sono detenuti né su eventuali accuse formulate nei loro confronti. Amnesty International teme rischino di subire torture e altri maltrattamenti.

Il 10 marzo, centinaia di monaci hanno dato vita a una marcia dal monastero di Drepung verso Barkhor. Un altro gruppo, di cui i 15 monaci ora in carcere facevano parte, ha iniziato a marciare dal monastero di Sera ma è stato subito bloccato dalle forze di sicurezza cinesi. I monaci chiedevano al governo di Pechino di porre fine alla campagna di “rieducazione patriottica”, che li obbliga ad abiurare il Dalai Lama e li sottopone alla propaganda governativa.

Le manifestazioni a sostegno dei monaci arrestati si sono estese ad altri monasteri e hanno coinvolto settori più ampi della popolazione, a Lhasa e nelle province vicine del Qinghai, del Gansu e del Sichuan, popolate in larga parte da tibetani. Il 14 marzo le proteste si sono fatte violente; alcuni dimostranti hanno assalito e incendiato esercizi commerciali cinesi e hanno aggredito persone di altri gruppi etnici.

Il governo di Pechino ha sollecitato i manifestanti ad arrendersi entro la mezzanotte del 17 marzo, ora locale, promettendo un trattamento indulgente a coloro che avrebbero rispettato l’ultimatum.

Le autorità cinesi hanno imposto un blocco pressoché totale delle notizie provenienti dal Tibet e dalle zone limitrofe. Dal 12 marzo ai giornalisti non viene più permesso l’ingresso nella regione. Gli inviati che già si trovavano in Tibet sono stati costretti a rimanere alla larga dalle province del Gansu, del Sichuan e del Qinghai.

Il governo cinese ha il diritto e il dovere di difendere tutte le persone e le proprietà dagli atti di violenza. Allo stesso tempo, il diritto internazionale richiede che le autorità affrontino una crisi come quella tibetana rispettando i diritti umani fondamentali e i principi della necessità e della proporzionalità nell’uso della forza.

Il Tchrd ha raccolto


le fotografie di 14 dei 15 monaci in carcere
http://www.tchrd.org/press/2008/p001.html

Partecipa alla nostra azione, scegliendo una di queste possibilità:

Firma on line questo appello http://www.amnesty.it/appelli/azioni_urgenti/Tibet

Stampa e spedisci l’appello qui sotto agli indirizzi: President of the People’s Republic of China HU Jintao Guojia Zhuxi The State Council General Office 2 Fuyoujie, Xichengqu Beijingshi 100017, People’s Republic of China

Chairman of the Tibet Autonomous Regional People’s Government Qiangba PUNCOG Zhuren Xizang Zizhiqu Renmin Zhengfu 1 Kang’angdonglu Lasashi 850000, Xizang Zizhiqu, People’s Republic of China


Testo dell’appello Amnesty International
Eccellenza, Egregio Presidente,

siamo sostenitori di Amnesty International, un’organizzazione non governativa che lavora in maniera imparziale in difesa dei diritti umani dal 1961.

Vi esortiamo a rilasciare 15 monaci (Samten, Trulku Tenpa Rigsang, Gelek Pel, Lobsang, Lobsang Thukjey, Tsultrim Palden, Lobsher, Phurden, Thupdon, Lobsang Ngodup, Lodoe, Thupwang, Pema Garwang, Tsegyam e Soepa), così come tutte le altre persone arrestate per aver esercitato pacificamente il loro diritto alla libertà di espressione, associazione e riunione.

Vi esortiamo inoltre a rendere pienamente conto delle persone arrestate durante le manifestazioni, assicurando che i detenuti non siano torturati né maltrattati, abbiano accesso ad avvocati e a cure mediche, siano portati di fronte a un tribunale imparziale e sia data loro la possibilità di contestare la detenzione.

Vi chiediamo di garantire che le persone incriminate siano accusate di reati internazionalmente riconosciuti e processate secondo gli standard internazionali sui processi equi.

Vi chiediamo inoltre di concedere ai giornalisti e ad altri osservatori indipendenti accesso completo e privo di impedimenti al Tibet e alle aree limitrofe e di consentire un’indagine indipendente delle Nazioni unite sugli eventi della settimana scorsa, accordando l’accesso ai luoghi ove sono avvenuti gli scontri, ai testimoni e ai detenuti e garantendo che tale accesso sia consentito agli osservatori indipendenti, tra cui i giornalisti e le organizzazioni non governative per i diritti umani.

Vi ringraziamo per l’attenzione.

Appello per 15 monaci tibetani sul web

(continua: www.agoramagazine.it/agora/spip.php?article2368 )


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Francesco Bonazzi, redattore Agorà magazine



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