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Vita di coppia in quarantena: ”Sesso? No, grazie.”

Diminuiscono i momenti di passione per quasi un terzo (31%) degli italiani secondo MioDottore . Nonostante l’armonia a due risulti salva per quasi la totalità dei rispondenti (78%), poco più di 1 italiano su 10 (15%) dedica tempo al piacere fisico con il partner
del 09/04/20 -

Spesso capita di lamentarsi dei ritmi serrati della routine, che lascia poco spazio da dedicare all’amore e alla dolce metà. L’attuale situazione contingente permette ora di vivere sotto lo stesso tetto 24h su 24h insieme, quotidianamente, eppure le reazioni sono delle più variegate. Ma quali sono i risvolti della convivenza obbligata nella vita di coppia? Per scoprire cosa sta succedendo tra le mura domestiche degli italiani e anche nelle loro camere da letto, MioDottore – piattaforma specializzata nella prenotazione online di visite mediche e parte del gruppo DocPlanner – ha coinvolto i propri utenti e uno dei suoi esperti, il dottor Giorgio Quaranta, sessuologo, psicoterapeuta e psicologo di Milano.

Per quasi la totalità degli intervistati (78%), la convivenza è serena
Durante questo periodo di lockdown, un quinto degli italiani (20%) sta litigando più spesso con il compagno di vita oppure ne sta scoprendo i lati negativi (2%), ma per tutti gli altri (78%), in casa regnano pace e tranquillità. Infatti, per più della metà dei rispondenti (53%) la quarantena forzata non ha scalfito il menage e il 25% ha riapprezzato nella vicinanza con l’altro gli aspetti positivi della vita a due. Nello specifico, riemerge il piacere di suddividersi più equamente le attività domestiche e al tempo stesso la possibilità di avere più spazi sia singolarmente sia come coppia (12%); c’è maggior affiatamento (8%); si prova gioia nel condividere finalmente attività per le quali non si aveva mai abbastanza tempo; infine addirittura qualcuno rivaluta aspetti positivi del partner che prima erano sfuggiti dalla frenesia (5%). Eppure qualcosa non torna nel momento in cui si cambia stanza e ci si sposta in camera da letto.

Meno sesso in quarantena per quasi un terzo degli italiani (31%)
Se alcune risposte a domande sul sesso talvolta celano piccole bugie, in questo caso quasi un terzo dei coinvolti nella survey (31%) dichiara apertamente di prevedere pochi momenti intimi durante il lockdown. I rapporti sessuali sono diminuiti non consciamente per il 9% e un 5% li ha volontariamente ridotti. Addirittura qualcuno ha preferito passare per misure drastiche e dare uno stop secco alla routine hot interrompendola di comune accordo (6%), benchè pare che gli uomini fossero meno predisposti al blocco (37% vs il 63% delle donne). In calo anche effusioni, baci e coccole per oltre 1 italiano su 10 (11%).

La fiamma della passione si è invece ravvivata per il 15% dei rispondenti, che approfitta della clausura per trascorrere più tempo sotto le lenzuola. Contrariamente all’immaginario comune, e forse complice la quarantena anticipata rispetto ad altre regioni, sono gli abitanti del nord Italia i più focosi del momento, ben il 68%.

Il suggerimento del sessuologo: riscoprire la passione
Per fare maggior chiarezza sulle attuali dinamiche sessuali, il dottor Giorgio Quaranta sottolinea che molte volte il crinale che divide la giustificazione dalla scusa è sottile. Se si pensa che i siti porno registrano quotidianamente una frequentazione pari o superiore a quelli di informazione e che vi è un incremento delle visite (senza considerare i single, chi non convive e i frequentatori abituali), forse questo dato è relazionabile a una riduzione dei rapporti sessuali.
Lo specialista ricorda quanto sia fondamentale il rapporto fisico e suggerisce: ”Il sesso può rappresentare un bel momento di gioco, di gratificazione, piacere e leggerezza. Se si trasforma in fonte d’ansia meglio lasciar perdere o ricorrere ad altre pratiche che non prevedano amplesso o baci. Nello specifico, per i neo conviventi ci si trova di fronte al massimo dell’amore e della passione, quale migliore occasione quindi per scoprirsi meglio? In merito alle coppie consolidate senza figli, questa è l’occasione giusta per svelarsi, giocare e sperimentare, magari anche con qualche pratica un po’ dimenticata. Importante anche che genitori con prole recuperino momenti per sè, magari quando i figli sono a letto o stanno guardano i cartoni, per tornare a ‘sentirsi’ e uscire dalla monotonia dal far l’amore come puro scarico pulsionale”.

Single esonerati con giustificazione, ma attenzione al post quarantena
Chi non vive una relazione di coppia stabile al momento non è particolarmente toccato da tale situazione, ma potrebbe esser preoccupato, al contrario, del ritorno alla “normalità”. Una volta che le attività sociali riprenderanno, è possibile che dating e incontri risultino più freddi e distaccati oppure all’opposto essere eccessivamente diretti e destabilizzanti. A questo proposito il dottor Giorgio Quaranta commenta: ”È difficile prevedere a priori come si uscirà da questo momento. Probabilmente il rischio su siti e app di dating sarà per alcuni più spostato su una ricerca spasmodica di incontri diretti e ‘finalizzati’. Occorre tuttavia distinguere tra i single per scelta e per chi lo è dovuto a cause di forza maggiore, per chi subisce tale condizione la solitudine rischia di essere dirompente. Ad ogni modo, alla ripresa non bisognerà avere fretta, non farsi prendere dall’ansia di recuperare il tempo perso o trovare subito un partner.”

Infine, MioDottore dispone della funzionalità di consulenza online, che permette di incontrare via video gli specialisti, sia per un primo colloquio sia per appuntamenti di consueto monitoraggio del proprio stato di benessere. La piattaforma può già contare oltre 2.000 medici che hanno incluso tale servizio nel proprio profilo e oltre 15.000 consulenze online prenotate da metà marzo a oggi.

MioDottore.it fa parte del Gruppo DocPlanner ed è la piattaforma leader al mondo dedicata alla sanità privata che connette i pazienti con gli specialisti ed è pensata per rendere l’esperienza sanitaria più umana. MioDottore.it offre ai pazienti uno spazio dove trovare e recensire lo specialista più adatto alle proprie esigenze e allo stesso tempo fornisce ai professionisti sanitari e ai centri medici utili strumenti per gestire il flusso di pazienti, migliorare l'efficienza e la propria presenza online e acquisire nuovi pazienti. Il Gruppo DocPlanner attualmente serve 30 milioni di pazienti e gestisce 1.5 milioni di prenotazioni ogni mese. Conta oltre 2 milioni di professionisti e circa 2.4 milioni di recensioni sui suoi siti in 15 paesi. L’azienda, fondata nel 2012 in Polonia, ad oggi si avvale di un team di 1000 persone con sedi a Varsavia, Barcellona, Istanbul, Roma, Città del Messico, Curitiba, Bogotá e Santiago de Chile. Arrivato in Italia nel novembre 2015, ha già registrato numeri record con oltre 200.000 dottori disponibili sulla piattaforma.

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