Vaccini, se li conosci non li eviti

La disinformazione sui vaccini ha generato paure e dubbi ricorrenti: ecco le risposte alle domande più frequenti nell’ambito delle vaccinazioni per far luce sulla questione
del 16/03/17 -

Milano, 14 marzo 2017

Come è noto, il Ministero della Salute e varie regioni stanno ipotizzando di estendere e rendere obbligatori i vaccini per poter accedere ai nidi e alle comunità scolastiche. Tra le prime l’Emilia Romagna, che ha già emanato le linee guida relative all’obbligo vaccinale. Destinatari sono i bimbi che, a partire dall’anno educativo 2017-2018, frequenteranno non solo gli asili nido, ma anche i servizi integrativi al nido e quelli ricreativi, sia pubblici che privati.
Si tratta di un impegno a livello nazionale, che ricalca gli sforzi della comunità scientifica internazionale che ha da tempo ribadito il ruolo essenziale dei vaccini per la prevenzione e che ritiene i vaccini una delle più importanti scoperte scientifiche nella storia della medicina.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, un Paese può considerarsi libero da una malattia endemica (come ad esempio il morbillo) quando almeno il 95% della popolazione risulti vaccinata. In Italia i dati di copertura vaccinale per morbillo e rosolia sono passati dal 90,4% all’85,3% in soli due anni e, oltre ad esporre ad alti rischi i non vaccinati, stanno portando al fallimento del Piano globale di eliminazione del morbillo dell’Ufficio regionale europeo dell’OMS.
Una recente nota del direttore dell’Istituto Superiore di Sanità descrive infatti come in Italia il numero dei bambini vaccinati per le principali malattie stia scendendo “al limite della soglia di sicurezza” e si trovi già oggi “al di sotto degli obiettivi previsti”.

Un calo del genere – unito alla tendenza peggiorativa dei dati nel tempo – è pericoloso perché fa venir meno la cosiddetta “immunità di gregge“. Alcune persone, infatti, non possono vaccinarsi e la loro salute dipende dal fatto che siano immuni tutti gli altri. Un livello di immunizzazione superiore al 90% di solito protegge tutti: livelli più bassi fanno sì che la piccola parte di persone che rifiuta i vaccini faccia aumentare i rischi per tutti.

Purtroppo però il tam tam mediatico, il passaparola e la disinformazione, generano genitori spaventati e mal informati, che non se la sentono di sottoporre il proprio figlio a qualcosa che vivono come un potenziale pericolo. La situazione è resa se possibile ancor più critica dal crescente scetticismo che il pubblico mostra di avere verso i vaccini. Secondo un recentissimo studio del Vaccine Confidence Project, il 20% degli italiani ritiene che i vaccini non siano sicuri. Anche se ci sono Paesi in cui questa percentuale è ancora più alta (spicca la Francia con il 41%), si tratta di dati che preoccupano la comunità scientifica.

Soffermandosi su questo tema così discusso, i medici specialisti di Top Doctors® (www.topdoctors.it) fanno luce sulla questione rispondendo alle domande più ricorrenti in ambito vaccinazioni.

Perché vaccinarsi?

I vaccini sono preparati medici trattati per conferire immunità attiva rispetto ad un determinato agente patogeno – tipicamente un microrganismo - al soggetto cui vengono somministrati. L'immunità deriva dalla stimolazione, nel soggetto ricevente, alla produzione di anticorpi neutralizzanti il microrganismo stesso, permettendo così di non correre i rischi legati alla malattia naturale ad esso connessa.

“Si tratta dell’unico mezzo in grado di prevenire malattie infettive, per le quali spesso non sono disponibili terapie specifiche”, commenta il dottor Daniele Lietti. “L'atto di sottoporsi alle vaccinazioni non ha solo valore personale, ma anche sociale, perché vaccinandoci difendiamo anche la collettività e soprattutto i soggetti più fragili.”

“Le vaccinazioni hanno cambiato la storia naturale di alcune malattie, evitando morti e disabilità. Alcune patologie come il vaiolo in questo modo sono state debellate, motivo per il quale non si viene più vaccinati. La poliomielite nel nostro paese è scomparsa ed altre patologie come il morbillo, la rosolia e la parotite sono vicine all'eliminazione”, spiega il dott. Fabio Maria Massara. “Nella sostanza, vaccinarsi è importante perché rappresenta una protezione per il singolo, una protezione per la collettività, e tende a far scomparire le patologie verso cui si viene vaccinati.”

Informarsi contro la paura

Come spesso accade in medicina, ogni scelta porta con sé possibili implicazioni positive e negative. E ogni terapia, compresa la somministrazione di un vaccino, può essere legata a rischi e benefici potenziali. Il rapporto però, in questo caso, è nettamente a favore dei benefici.

“I vaccini attualmente in commercio hanno caratteristiche tali da allontanare qualsiasi paura di incidenti gravi a cui i bambini possono andare incontro. Le sporadiche patologie che vengono attribuite alla pregressa vaccinazione sono rarissime e non sempre è possibile dimostrare una correlazione tra la malattia e il vaccino”, dice il dott. Roberto Giorgetti.

“l vaccini sono sicuri. Gli effetti collaterali più comuni sono dolore e gonfiore in sede di inoculazione del vaccino e febbre generalmente di modica entità; questi scompaiono nel volgere di pochi giorni”, aggiunge il dott. Fabio Maria Massara.

Autismo e vaccini: esistono legami comprovati scientificamente?

Da tempo si discute dell’importanza dei vaccini e del loro (presunto) legame con l’autismo, in particolare per il vaccino trivalente facoltativo contro morbillo, parotite e rosolia o MPR. La questione è stata dibattuta a lungo all’interno della comunità scientifica, che ormai è compatta e uniforme nell’affermare che questo legame non esiste, dopo lunghe ed approfondite ricerche condotte sul campo.

“E’ stato scientificamente dimostrato da fonti autorevoli che non esiste alcun legame tra autismo e vaccini”, ricorda il dott. Roberto Giorgetti. “Il problema è nato nel 1998 quando un ricercatore inglese avrebbe dimostrato l’esistenza di un rapporto tra un vaccino antimorbillo e la successiva comparsa di autismo; negli ultimi anni sono stati assunti dei provvedimenti nei confronti del medico tanto che la Royal College of Physician lo ha radiato dall’Ordine dei Medici Inglese".

“L'assenza di tale legame è dimostrata da tutti gli studi validati dal punto di vista scientifico e corretti dal punto di vista metodologico-statistico”, aggiunge il dott. Daniele Lietti. “Particolare importanza va data alle metanalisi di studi epidemiologici che hanno coinvolto milioni di bambini. Tali studi non hanno trovato alcuna differenza nella frequenza dei disturbi dello spettro autistico tra bambini vaccinati e non vaccinati.”




Collaborazioni:

Hanno collaborato alla stesura del presente comunicato i seguenti specialisti italiani presenti nel panel di Top Doctors:

Dott. Daniele Lietti, specializzato in Allergologia e Pediatria
http://www.topdoctors.it/dottor/daniele-lietti

Dott. Roberto Giorgetti, Pediatra presso l’Istituto Clinico San Carlo
http://www.topdoctors.it/dottor/roberto-giorgetti
http://www.topdoctors.it/clinica/istituto-clinico-san-carlo

Dott. Fabio Maria Massara, specializzato in Pediatria e Neonatologia
http://www.topdoctors.it/dottor/fabio-maria-massara



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