Università e design, Intervista al Prof. Marco Borrelli

Intervista al Prof. Marco Borrelli ricercatore SUN dipartimento di architettura e disegno industriale 'LUIGI VANVITELLI'
del 08/01/13 -

Gentile Prof. Arch. Borrelli, come ricercatore ed esperto in tecnologia del prodotto arredo e di interior design, secondo lei quale può essere oggi la giusta interpretazione e la giusta dimensione da attribuire al termine “design” troppo in uso anche impropriamente?

“Il design che da sempre si delinea come territorio di confine tra attività artistiche e attività tecnico-scientifiche, in passato si fondava su aspetti e metodi incentrati su “scatole disciplinari” rigide, solide, e prive di scambi e di relazione ma proprio per questo “sicure” in quanto ben definite in ambiti circoscritti. Allo stato attuale, invece, la dimensione che più rappresenta il concetto di design può essere identificata da una “scatola aperta” in cui il rapporto tra le singole parti è governato da principi di trasversalità, interdisciplinarità, e convergenza. Nelle scuole di design in linea con concetti diffusi di fluidità e di modernità liquida si parla sempre di più di “design multiverso” proprio in quanto lo si intende come una disciplina capace di dialogare in forma aperta verso nuovo orizzonti e nuovo scenari da sempre in continua evoluzione.”

A tal riguardo che ruolo pensa possa svolgere il rapporto tra habitage.it e l’istituzione Università da sempre impegnata nel campo della ricerca e della formazione sul “design” ?

“I corsi di design, nati da quasi 20 anni nelle Facoltà di Architettura, pur affrontando la dimensione fenomenologica della cultura del design nel campo della ricerca scientifica , tendono a costruire un rapporto “collaborativo” sia con il mondo della informazione e dei network (habitage.it) che con il mondo della produzione (piccola e media impresa unici esempi sul territorio campano) per attivare la fase della sperimentazione progettuale. Nello specifico bisogna offrire ai giovani , attraverso tirocini e stage formativi, occasioni di scambio con i tecnici delle aziende per condividere una nuova dimensione del “fare design” (dalla vision al concept ,dalla cultura materiale alla tecnologica del prodotto finito). Lo strumento più attuale per la diffusione e la condivisione della conoscenza nel campo del design deve avvenire quindi attraverso il network habitage.it, che si propone di promuovere le diverse soluzioni di modelli ed artefatti che alle diverse scale possano amplificare gli interessi imprenditoriali delle aziende locali.”

Lei è stato uno dei relatori al convegno/evento “I Percorsi del Design” promosso da Habitage.it, qual è, a suo avviso, il significato del titolo dato all’evento?

“I Percorsi del Design” significa, a mio parere, attivare un processo di connessione e di divulgazione del sapere in un momento in cui l’economia della conoscenza richiede un’apertura al mondo dei creativi ed in particolare ai nuovi sistemi di connettività, si parla sempre di più di intelligenza connettiva e di cybercultura attraverso l’applicazione di nuove tecnologie (cfr. Derrick de Kerckhove). Intendo più specificatamente che lo scambio di idee, di concept e di scenari progettuali, si diffonde attraverso il Web (World-Wide-Web) coinvolgendo diverse figure operanti nel settore del design (progettisti ed operatori tecnici) e si concretizza configurandosi in un nuovo “format” o osservatorio tecnico permanente (database), continuamente alimentato e autoalimentato secondo la filosofia dei contenuti aperti o “Open Content” su cui si basa la formula dell’Open Source (Codice Sorgente). Ed è proprio il caso del nostro esempio di network Habitage.it che rappresenta la più autentica testimonianza della diffusione di “contenuti editoriali” che abbracciano testi, immagini (foto e disegni) e video che permettono una nuova forma di condivisione della conoscenza nel campo del design.

Quale ruolo attribuisce all’occasione di un concorso di design organizzato da Habitage.it, soprattutto in un territorio come quello campano?

“Proprio sulla base della mia personale esperienza di docente di interior design e di tecnologia dell’architettura presso il Corso di Laurea in Design e Comunicazione della Seconda Università degli studi di Napoli, e del ruolo che ricopro da più di dieci anni di responsabile della Commissione Tirocini Formativi, avverto la necessità, di offrire nuove formule di operazioni collaborative tra i giovani laureandi in design e la realtà produttiva delle piccole e medie imprese che sul territorio locale campano si adoperano cercando di sperimentare nuovi materiali e nuovi scenari per eventuali diversi campi di applicazione. Il concorso rappresenta, quindi, per i giovani creativi un’occasione per recuperare visibilità con la realtà imprenditoriale, un’opportunità offerta per rintracciare sempre nuove formule di scambio tra il progetto, le tecnologie e i prototipi.

L’Università non ha la possibilità di portare a compimento le diverse sperimentazioni progettuali che esplorano con entusiasmo i nostri giovani allievi, pertanto ben vengano tali occasioni di concorsi di design capaci di veicolare le idee traducendole in prodotti e oggetti di arredo. La tradizione artigianale e la filiera produttiva del nostro territorio campano deve costituirsi in collaborazione con habitage.it per favorire un nuovo processo di “co-design” coinvolgendo a vari livelli le istituzioni: università, impresa e utenti finali.”

Quale aspetto di originalità si può evincere dalla collaborazione tra università e network habitage.it e quali i vantaggi per il futuro del processo iniziato?

“L’occasione per l’Università di collaborare con Habitage.it ripercorre il modello virtuoso di sviluppo sociale ed economico della TRIPLA ELICA di Henry Etzkovitz che mette a sistema il mondo dell’università, il mondo dell’impresa e quello delle istituzioni per perseguire più facilmente innovazione sviluppo e progresso tecnico e tecnologico. Tale sistema di collaborazione attraverso l’integrazione sinergica tra i diversi attori permette di raggiungere innovazione e sviluppo economico cercando di cooperare modificando alcuni dei profili interni alle tre singole strutture al fine di raggiungere un perfetto sistema di scambio sul modello dell’Open Innovation. E’ proprio in tale scambio, a mio avviso, il carattere di originalità in quanto mira a far interagire le tre istituzioni in modo dinamico superando le rigide gerarchie istituzionali

Una competizione di concorsi di idee offre ai designer una vetrina e una cassa di risonanza, perché in collegamento diretto sul web con le aziende, questo significa rispondere in forma pratica e concreta alle aspettative dei giovani che si affacciano sul mondo del lavoro in un particolare momento come questo che vive una dimensione incerta e precaria.”





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