Trend Ecommerce in Italia nel 2016

Numeri in crescita ma è il momento di accelerare. Un report del Centro Studi di Confartigianato su dati Istat ci da un ulteriore segnale di come il fenomeno ecommerce in Italia sia in forte crescita, anche se lontana dagli standard europei.
del 24/02/17 -

Un report del Centro Studi di Confartigianato su dati Istat ci da un ulteriore segnale di come il fenomeno ecommerce in Italia sia in forte crescita, anche se lontana dagli standard europei.

Nel 2016 sono stati 16.123.000 di acquirenti online con un incremento di 1.347.000 unità, pari al 9,1% in più.

I settori TOP

Nessuna novità tra i settori in cui l'ecommerce rappresenta ormai il canale di vendita prevalente. I 4 settori che trainano le vendite online sono:

- Viaggi e trasporti (40,9%)
- Tecnologia (31,5%),
- Libri, giornali, riviste nclusi gli e-book (28,5%)
- Film, musica, biglietti per spettacoli (25,8%).

Cosa impedisce alle aziende Italiane di fare ECOMMERCE

A fronte di una domanda di acquisti online in crescita esponenziale, c'è un tessuto imprenditoriale e commerciale ancora poco incline agli investimenti nel mondo "digitale".

Ma perché le imprese italiane sono così restie ad investire sull'ecommerce? Le 4 motivazioni individuate nel rapporto di Confartigianato sono:

- Rapporto Costi/benefici (20,2%)
- Costi di logistica (10,8%),
- Quadro legislativo di riferimento (10,3%)
- Problemi dei pagamenti online (9,1%).

Questi dati meritano una riflessione. Esistono 2 grandi temi sul Valore "percepito" dell'ecommerce:

Volumi degli investimenti: purtroppo si ritiene che il canale online sia necessariamente molto più economico di quello tradizionale. In parte è vero ma non nella misura in cui si aspettano gli imprenditori italiani che spesso pensano che sia un canale a costo 0 o quasi da affidare ad un "amico" o un "parente". In realtà proprio perché fortemente innovativo è un canale che necessita di professionisti seri, competenti in grado di far crescere nel tempo vendite e margini.

Ritorno sull'investimento: Anche in questo caso si hanno aspettative molto alte rispetto ad un business che deve essere affrontato con basi solide sulla parte commerciale (gamma prodotti e acquisti) e sfruttare le potenzialità dell'economia digitale.

Conclusioni

In sintesi il commercio elettronico in Italia nel 2016 è cresciuto molto ma meno di quanto potrebbe.

Su una crescita meno esplosiva di quanto potrebbe e dovrebbe pesano sia aspetti relativi alla domanda ( il digital divide è ancora molto forte) ma ancora di più all'offerta, con imprese poco recettive e poco professionali nell'affrontare con un progetto serio e duraturo l'ecommerce.

È un ritardo culturale che il "sistema Italia" si porta dietro da anni in cui i consumatori corrono più veloci delle imprese e dove purtroppo sembra che sia l'offerta da parte delle aziende italiane a limitare i tassi di crescita dell'ecommerce e ad aprire sempre più lo spazio all'ingresso di players internazionali sul mercato italiano (vedi Zalando, Wiggle, Zooplus, ecc.).

Partendo da questo scenario cosa manca all'ecommerce italiano per esplodere in maniera definitiva?

A nostro avviso mancano innanzitutto professionisti eticamente corretti in grado di prospettare agli imprenditori un piano serio di sviluppo e d'investimenti. Poi mancano imprenditori lungimiranti che vedono


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