Recensione mostra Pablo Picasso Verona 2016-17

Inaugurata all'Arena Museo Opera di Verona la mostra su Pablo Picasso. Visitandola si ha l'impressione che l'artista avesse risolto il problema dell'attaccamento.
del 17/10/16 -

Novanta opere di Picasso (pittura, scultura e incisioni), concesse in prestito dal Musée national Picasso di Parigi, resteranno esposte ad AMO Arena Museo Opera di Verona fino al 12 marzo 2017.

La mostra è suddivisa in sei sezioni e segue il percorso creativo di Picasso nell'arco di tempo compreso tra il 1906 e il 1972.

Si parte dalle opere del periodo cubista, create tra il 1906 e il 1917 e poi si segue il flusso della storia attraverso il recupero della classicità degli anni Venti, delle frequentazioni con le altre avanguardie storiche, delle due guerre, del nuovo primitivismo degli anni Cinquanta e della successiva riscoperta di Delacroix e dei maestri dell'Ottocento.

La grande fascinazione che Picasso ha su di noi non è storica, non è nemmeno tecnica o formale e non risiede semplicemente nel suo personale modo di concepire l'innovazione.

Non è il risultato (o non solo quello) ad interessarci, ma è la capacità di superare il contesto, di superare le credenze e le affiliazioni.

Ciò che ci interessa è la flessibilità, il non essere soggetti a limitazioni e a vincoli, il non restare ancorati al passato e, soprattutto, la capacità di vedere il mondo senza modelli.

Non si tratta soltanto di superare la naturale visione stereoscopica e sovvertire le proporzioni ma si tratta più in generale di superare la cultura e le ideologie; in altre parole, di non essere mai orientati alla conservazione e al mantenimento delle proprie posizioni.

Viene da pensare che Picasso avesse trovato un modo tutto suo per superare il problema dell'attaccamento.

Picasso non si regge mai su quanto è già stato stabilito o consacrato (un legame affettivo, una frequentazione letteraria o artistica).

Certamente Picasso nel suo personale metodo per superare l'attaccamento non ha fatto ricorso all’ascetismo: è passato attraverso una infinità di esperienze e di legami affettivi. Ha avuto due mogli e cinque compagne (Fernande Olivier, Marcelle Humbert, Olga Chochlova, Marie Therese Walter, Dora Maar, Francoise Gilot e Jaqueline Roque), si è sposato per l'ultima volta a 80 anni, nel 1961.

Ha avuto 4 figli, una infinità di amici, frequentazioni letterarie e artistiche, è stato in contatto con tutte le correnti artistiche del XX secolo e ne ha influenzate moltissime.

Sembra che Picasso si opponga sempre all’attaccamento - non solo alle abitudini, ma anche ai legami affettivi- non per estraneità o indifferenza (lo testimoniano i tanti quadri esposti che recano il giorno, il mese e l'anno come se fossero istantanee prese per ricordo, es. Parigi 9 gennaio 1935 o Mougins, 14 giugno 1967 ecc) ma per un differente sistema di pensiero, non interessato a perpetuare le stesse condizioni.

Gertrude Stein, nel suo piccolo libro del 1938, scrive che Picasso “E’ stato sempre posseduto dal bisogno di vuotarsi" di esaurire ogni sollecitazione e di ricominciare.

Picasso si esaurisce dopo il periodo blu, dopo il periodo rosa, dopo quello che Gertrude Stein definisce “periodo verde”, dopo il cubismo, dopo il recupero della classicità. Si esaurisce e poi ricomincia.

Il viaggio di Picasso, nel suo spirito di ricerca, abbandona sempre il passato.

Paola Nicoli.



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