Prima che il mondo cominci a bruciare - un problema italiano

Le Recensioni di Lucilla
del 07/12/12 -

Ho incontrato Federico Crosara, un giovane autore coraggioso. Il suo libro 'Prima che il mondo cominci a bruciare-un problema italiano' affronta crudamente la tematica della difficile e disperata situazione odierna del nostro paese attraverso gli occhi di Luca, un giovane venticinquenne, militare in congedo.
L'ho intervistato per conoscerlo meglio.

INTERVISTA


1)Gentile Autore, ci racconti il suo approccio con il mondo dei libri, e le motivazioni che l' hanno spinta a scegliere di scrivere.

Per lavoro mi occupo di video e soprattutto per quel che riguarda la parte della pre-produzione e quindi della scrittura. Questo è il mio primo ed unico libro e deriva da una sceneggiatura per lungometraggio.

2) Ci sono degli autori a cui si ispira e dei libri che preferisce in modo particolare?

Autori letterari a cui mi ispiro non direi, però mi piacciono molto Dostoevskij, Bianciardi, Vonnegut, Bukowsky, Poe e Dick.
I miei libri preferiti sono senz’altro, fino ad ora, “Viaggio al termine della notte” di Céline, “La coscienza di Zeno” di Svevo e “Il giovane Holden” di Salinger.

3)Scrivere per lei è un mestiere? Se per ora non lo è, vorrebbe che lo diventasse?

Come ho detto prima scrivo soggetti e sceneggiature ma questo è il primo romanzo.
Scrivere mi piace, indifferentemente da cosa poi ne verrà fuori.

4)Cosa ama della letteratura classica e cosa della contemporanea? E a quale delle due si sente più legato/a?

Tra gli scrittori italiani contemporanei ammiro particolarmente Rigoni Stern, Bassani, Svevo, Levi, Pirandello per la struttura robusta e solida che hanno saputo dare alle loro opere, e che nelle produzioni attuali non riesco più a ritrovare.
Mentre degli autori italiani attuali quello che preferisco è sicuramente Trevisan.
Il motivo è lo stesso per cui mi piace di più la letteratura americana di Kerouac, Bukowsky, Fante,... De Lillo e Palahniuk rispetto alla nostra.
Per i protagonisti. Per le loro lotte, giuste o sbagliate che siano, contro il sistema, contro la morale comune e i benpensanti.



5)Cosa pensa del Mercato Editoriale odierno?

Circa un anno fa risposi ad una domanda simile. Il mio parere non è assolutamente cambiato.
I grandi editori pensano solo a riempire gli scaffali delle “loro” librerie con libri che bene o male si venderanno. Magari poche copie ma le venderanno.
I piccoli non possono o non hanno la minima intenzione di assumersi il rischio d’impresa.
L’idea che mi sono fatto è che sono vittime di un mercato che, praticamente non esiste. Alcuni sono veramente bravi e coraggiosi, ma la maggior parte di loro, con cui ho parlato o avuto a che fare, mi sono sembrate persone poco professionali, dilettanti allo sbaraglio e in alcuni casi anche in malafede.
La fase promozionale e distributiva, sempre nel caso dei piccoli editori, è poi quasi sempre lasciata alla buona volontà dello scrittore. Quindi praticamente inesistente se paragonata al lavoro dei grandi.
Il risultato è che non esisti. Perché se non sei “famoso”, se non sei nei giornali o nelle riviste, se non frequenti i salotti buoni, diciamo, tu non esisti. O peggio sei invisibile.
Non importa quanto tu possa essere bravo, semplicemente non sei nessuno per l’acquirente medio.
Ergo non vendi.
Comunque, a parte tutto, per rispondere alla domanda: non ne penso un granché bene.

6)Progetti per il futuro?

Al momento sono molto impegnato con la mia azienda che si occupa di video e multimedia, ma due progetti in stato avanzato li ho. Però preferirei non parlarne per ora.


Infine vorrei ringraziare Lucilla Leone e tutta la redazione per la disponibilità e fare i complimenti a tutti per il blog.
Un saluto a voi e ai vostri lettori


Ringrazio vivamente Federico per la disponibilità e la cordialità, augurandogli buon lavoro!
Lascio spazio alla Recensione del suo libro.

Prima che il mondo cominci a bruciare - Un problema italiano

“Il modo di dire duro come l’acciaio non ha alcun senso al giorno d’oggi. Qualsiasi cosa può essere trascinata, bucata, piegata e tagliata in pochi secondi. Tra carta e acciaio, in questi casi, non cambia nulla.”
Questo a mio parere è decisamente il punto di vista dell’autore Federico Crosara sugli italiani al giorno d’oggi, che trapela da ogni pagina di questo racconto crudo e reale. Sorprendente il realismo con cui avviene la narrazione, in primis nei dialoghi, che senza alcuna formalità o abbellimento per il lettore sono l’esatta trasposizione di un ‘parlare quotidiano’ di persone che conducano una vita come quella dei protagonisti: da Luca, interprete principale, ad Alessia, Anto, Fabio, Samra e gli altri di questo gruppo di personalità un po’ estreme, che io definirei ‘borderline’.
Anche nella descrizione degli ambienti e delle situazioni ritrovo lo stesso spoglio realismo: è tutto dettagliatamente descritto, ma in poche parole, senza perdersi mai in particolari che potrebbero risultare eccessivi o fuori luogo. Snello. Deciso.
Crosara infatti rinuncia ad uno stile narrativo che si pieghi ai canoni universali di commerciabilità di un libro, con una trasposizione molto dura e che non si risparmia di torpiloqui tra i protagonisti di una storia che, ahimè oramai può definirsi cosa di tutti i giorni.
Luca, militare di ritorno da una missione civile in un paesino dell’Africa centrale, deve vivere giorno dopo giorno la sua esistenza in lotta con un mondo che disapprova, circondato da persone fastidiose e insulse che spesso, anche se solo nei pensieri, farebbe fuori senza sentirne alcuna mancanza. Ma quando questi pensieri si tramutano tragicamente in realtà, e Luca decide di ‘fare pulizia’, qualcosa va storto.
“Mi hanno arrestato stamattina presto e mi accusano di tentata strage. In realtà non so se volevo fare una strage, credo che volessi fare un po’ di pulizia. Dare un segnale più che altro”. E’ dunque questo che vuole l’autore? Dare un segnale per dire che questa società è sbagliata, che questo mondo è assuefatto, sordo ed insensibile. Ci vuole dire che un ragazzo come Luca, è uno come tanti: un ragazzo che ha tramutato il rifiuto ed il disagio in odio e vendetta. Che ha, come molti, il ‘fuoco dentro’. Che non fa mai i conti con la propria coscienza, che è andato in Africa solo per sparare alla gente ed essere retribuito per questo.
“…Se questo paese va così è soprattutto colpa dei politici che da molto tempo hanno cessato di praticare quello che si chiama il ’buon governo’ e si sono dati all’arte della conquista e della conservazione del potere.” Crosara non vuole ‘denunciare’ nulla, ormai è tardi per farlo, ci siamo tutti dentro fino al collo ed ognuno di noi sa come stanno le cose. Lui cerca di fare appello all’ultima oncia di coraggio in ognuno di noi: coraggio di non sottostare più, di dire basta! Per tornare finalmente ad essere ‘cittadini’, prima che il mondo cominci a bruciare.


Lucilla Leone

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