Moda, l’export nazionale parla lombardo: un prodotto su quattro parte da qui

La Lombardia rappresenta il 25 per cento di tutto l’export italiano, per un valore complessivo di 11,8 miliardi di euro.
del 28/09/16 -

La moda italiana esportata all’estero ha tanto, tantissimo, di lombardo. La nostra regione da sola rappresenta il 25 per cento di tutto l’export: da qui parte quindi un prodotto su quattro destinato ai mercati di tutto il mondo, per un valore complessivo di 11,8 miliardi di euro.

IL VALORE TOTALE DELLE ESPORTAZIONI È PARI A 48 MILIARDI DI EURO
La Camera di commercio di Milano, in collaborazione con Promos, ha realizzato una ricerca dal titolo "La moda italiana nel mondo", che evidenzia il primato lombardo in questo fondamentale settore dell’economia nazionale. Abbigliamento, biancheria, calzature, moquette, tappeti, articoli per la casa, borse, prodotti da viaggio... La moda italiana, nell’accezione estesa del termine, genera in tutto il Paese un volume d’affari a livello di esportazioni pari a 48 miliardi di euro.

MILANO PRIMA PROVINCIA D’ITALIA
Manco a dirlo, è Milano la provincia che primeggia a livello nazionale. L’export generato in questo settore, all’ombra della Madonnina, è pari all’11,8 per cento del totale. Nel 2015 il valore delle esportazioni ha infatti raggiunto 5,65 miliardi di euro, in aumento del 5,7 per cento rispetto all’anno precedente.

CINQUE PROVINCE LOMBARDE NELLA TOP 20 NAZIONALE
Ma non è solo il capoluogo meneghino a tenere alto l’onore lombardo: ci sono ben altre quattro province nella classifica delle prime venti d’Italia. Como occupa una sorprendente settima posizione, con 1,52 miliardi di euro nel 2015, un valore che rappresenta il 3,2 per cento del dato nazionale. Al quindicesimo posto si piazza Varese con 935,4 milioni di euro, in aumento dell’1,3 per cento rispetto al 2014. Subito dietro, al sedicesimo posto, Bergamo con 930,5 milioni di euro (-3,5 per cento). Infine, scendendo ancora di una sola posizione, Mantova con 889,4 milioni di euro (-9,8 per cento). A completare il podio, dietro a Milano, sono invece Firenze (4,75 miliardi di euro) e Vicenza (4,37 miliardi di euro).

MANTOVA NUMERO UNO NELLA MAGLIERIA
Se si considerano le singole categorie dell’export del settore moda analizzate dall’indagine della Camera di commercio, è interessante constatare che c’è un’altra provincia lombarda che si dimostra capace di dominare a livello nazionale: Mantova, nel campo degli articoli da maglieria, rappresenta il 16 per cento dell’export nazionale, movimentando merci per un valore di 465,6 milioni di euro. Subito dietro si piazza Milano con 255,6 milioni di euro e una quota pari all’8,8 per cento. Terzo posto per Reggio Emilia, con 238,3 milioni di euro e una quota dell’8,2 per cento. Nella top 20 sono presenti anche in questo caso altre province lombarde: Brescia è decima (94,9 milioni di euro, per una quota del 3,3 per cento) e Varese è sedicesima (41 milioni di euro; 1,4 per cento).

FRANCIA, GERMANIA E STATI UNITI LE DESTINAZIONI PRIVILEGIATE
Le destinazioni privilegiate dei prodotti italiani del settore moda sono la Francia (il 10,6 per cento del totale, grazie a un volume di affari pari a cinque miliardi di euro), la Germania (9,2 per cento; 4,4 miliardi di euro) e gli Stati Uniti (8,4 per cento; quattro miliardi di euro). C’è però da sottolineare che mentre i primi due in classifica hanno fatto segnare un differenziale negativo nel corso del 2015 rispetto all’anno precedente (-2,1 per cento e -0,4 per cento), gli americani hanno fatto un grande passo in avanti, certificato da un aumento di oltre il 17 per cento. Progressi rilevanti sono stati fatti registrare anche dalla Corea del Sud (+12,5 per cento) e dalla Cina (+10 per cento). Nella classifica delle prime dieci, al terzetto di testa seguono la Svizzera (3,5 miliardi di euro, per una percentuale sul totale del 7,4 per cento), Hong Kong (2,9 miliardi di euro; 6,1 per cento), il Regno Unito (2,8 miliardi di euro; 5,9 per cento), la Spagna (2,3 miliardi di euro; 4,7 per cento), la Cina (1,7 miliardi di euro; 3,6 per cento), il Giappone (1,6 miliardi di euro; 3,3 per cento) e la Romania (1,6 miliardi di euro; 3,3 per cento).

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