Mercato del lavoro: nuove sfide e prospettive per il 2017

Dicembre, è tempo di bilanci. Skill Risorse Umane, società dedicata alla selezione, si interfaccia quotidianamente con le aziende per identificare i trend del mercato del lavoro. Quali figure vengono maggiormente ricercate? Da tale quesito è nata un'indagine che copre l’arco temporale di un anno, ottobre 2015-ottobre 2016, e vede coinvolte 280 imprese.
del 22/12/16 -

Il campione

Delle 280 realtà imprenditoriali prese in considerazione nell’analisi, l’80% è composto da industrie manifatturiere, prevalentemente meccaniche. Un 18% è invece rappresentato dal comparto servizi (IT, Sanità, Banche, etc.), mentre sotto il restante 2% sono raggruppati settori diversi.

I risultati

La prevalenza di richieste afferenti l’area tecnica è schiacciante, rappresentata da un emblematico 41%. Piuttosto staccate l’area commerciale, con il 26%, e quella amministrativa, con il 18%. Chiudono area informatica (8%) e i neolaureati, suddivisi tra ingegneri (6%) e tutte le altre specializzazioni, racchiuse sotto il cappello di quell’1% finale.

L’area tecnica: trovare il bilanciamento tra “chi fa” e “chi gestisce”

Scorporando le varie sottocategorie di profili che compongono le richieste pervenute in Skill nell’ambito tecnico, la prima riflessione è la seguente: a spartirsi due ampie fette della torta sono le figure del Progettista Meccanico (26%) e del Project Manager (15%).

La prima figura rappresenta chi operativamente agisce sullo sviluppo del prodotto e su nuove soluzioni. Una figura cardine, sempre più orientata alla ricerca. La seconda figura, di certo più recente, si pone ad un livello intermedio nell’organigramma aziendale e si configura come fortemente trasversale, interfacciandosi con tutte le aree funzionali dell’impresa: un riferimento unico sia per il cliente finale che per fornitori e stakeholders. La forte crescita della figura del PM negli asset aziendali porta con sé una riflessione sull’importanza di un bagaglio composto da competenze più soft, che vadano ad aggiungersi al know-how puramente ingegneristico di tale profilo: la centralità delle abilità relazionali/gestionali appare ormai evidente nel buon esito di un’attività di project management.

A margine di tali dati Laura Iacci, amministratore di Skill Risorse Umane, commenta: “Notiamo una certa reticenza a ricercare profili tecnici al di fuori del settore economico dell’azienda di destinazione, se non quando è in atto un iter innovativo al suo interno, che sia di processo o di prodotto. L’inserimento nel mercato del lavoro di figure provenienti da ambiti diversi può essere invece suggerito nella logica di un’opportunità di diversificazione, e quindi di crescita“.

Le aree “commerciale” e “amministrativa”: chi sale e chi scende

Lo sviluppo commerciale è il motore propulsivo dell’azienda. L’obiettivo di qualsiasi CEO è l’espansione del proprio mercato ma, per raggiungerlo, è fondamentale implementare la rete vendita. Da qui la centralità della figura del venditore (32%), ovvero colui che fisicamente chiude le offerte e gestisce i contatti con il cliente finale. A pari merito, col 21%, due ruoli differentemente specializzati come il tecnico commerciale (il quale spesso affianca l’account nei vari interventi sul cliente) e l’export manager, profilo chiave nei rapporti con i mercati esteri.

Se cresce la sfera commerciale (dal 22% al 26% delle richieste complessive) si avverte un calo dei ruoli amministrativi richiesti (dal 26% al 18%). “Nel quadriennio passato la forte crisi economica ha probabilmente portato le imprese ad operare nell’ottica di un contenimento dei costi e di un’oculata pianificazione finanziaria. Forse ora le imprese sono animate da maggiore fiducia e guardano al futuro spingendo sulla funzione commerciale” sottolinea Laura Iacci.

Nuovi scenari: l’exploit dell’area IT e l’industria 4.0

Comparando i dati con l’annualità precedente, ciò che balza all’occhio è la crescita rappresentata dall’area IT. Sia a livello produttivo che nell’attività quotidiana d’ufficio, l’innovazione tecnologica e digitale ha pervaso ogni livello organizzativo.
Stampanti 3D, robot impiegati in produzione, il cloud computing sempre più diffuso per la condivisione delle informazioni, l’impiego crescente dei Big Data: tutti questi elementi non sono esaustivi nel descrivere il processo in atto, ma rappresentano il terreno fertile di un iter ormai inarrestabile. Ne deriva, come naturale conseguenza, l’esigenza di figure con spiccate competenze digitali che popoleranno l’area IT accanto a figure professionali più tradizionali.

Conclusioni

Tradizione&Innovazione: la sfida è trovare il giusto bilanciamento tra queste istanze. Il comparto analizzato nell’indagine ha individuato nella sfera tecnica la funzione cardine della propria attività, con un occhio sempre più rivolto all’innovazione sia di processo (Lean Production, per esempio) sia di prodotto (con la crescita di rilevanza della funzione Ricerca&Sviluppo).
Un rinnovamento che passa dall’affidarsi a competenze da un lato sempre più specifiche, dall’altro, quelle soft, di natura più trasversale. Lo scenario è mutevole e all’orizzonte si staglia quella che ormai è definita dai più “la quarta rivoluzione industriale” che richiederà nuove competenze professionali a discapito di profili più “maturi”.



Licenza di distribuzione:
INFORMAZIONI SULLA PUBBLICAZIONE
Libera Professionista
Responsabile account:
Patrizia Dolfin (Press Manager)
Contatti e maggiori informazioni
Vedi altre pubblicazioni di questo utente
© Pensi che questo testo violi qualche norma sul copyright, contenga abusi di qualche tipo? Contatta il responsabile o Leggi come procedere
Stampa ID: 278757