La lingua come mezzo di espessione

Secondo studi recenti al mondo esistono tra le 6000 e le 7000 lingue differenti. Che differenze ci sono tra lingua parlata e lingua scritta?
del 21/04/16 -

La lingua è il mezzo di comunicazione che permette la reciproca comprensione tra gli uomini appartenenti a un determinato gruppo sociale. Perchè questa comprensione sia possibile però è necessario che chi parla e chi ascolta usino lo stesso sistema di segni, cioè che attribuiscano a un suono lo stesso significato.

La lingua è un istituzione sociale convenzionale, nella quale si distinguono due momenti:

- nel primo momento si ha la traduzione, da parte di chi parla, in simboli fonici del concetto o dell'idea che vuole comunicare;
- nel secondo sia ha la decodifica del suono dal suono da parte di chi ascolta, che dalla percezione dei simboli fonici ricrea lo stesso concetto e la stessa idea.

Questa corrispondenza tra suono e significato è convenzionale: non c'è nessuna ragione naturale perchè i concetti "pane" oppure "camminare" debbano essere espressi con questa particolare combinazione di suoni, tanto è vero che gli stessi concetti sono espressi in maniera differente a seconda della lingua parlata.

Una stessa lingua può presentare vari aspetti a seconda delle particolari esigenze per cui viene usata: si hanno così una lingua corrente, che viene impiegata per gli usi quotidiani nella comunicazione tra le persone, una lingua letteraria, usata per particolari fini letterari o per comunicare con determinati ambienti sociali, varie lingue tecniche, impiegate in vari campi per specifiche attività (medici, avvocati, notai, ecc..) e varie lingue espressive, come il linguaggio familiare o i gerghi e dialetti locali.

Solitamente esiste differenza tra lingua parlata, condizionata dalla cultura e dalle particolari condizioni dell'individuo, e la lingua scritta, più regolata e conservatrice.

Sono dette lingue internazionali quelle che si impongono come mezzo di comunicazione fra popoli diversi. Nell'antichità tale ruolo è stato svolto dal greco nel Mediterraneo Orientale e dal latino in quello Occidentale. Il latino ha conservato questa funzione anche nel Medio Evo e nel campo della scienza fino al XVIII° secolo.

Le lingue utilizzate nei rapporti ufficiali fra Stati diversi, nelle quali sono redatti gli atti diplomatici, si chiamano lingue diplomatiche. Nel mondo moderno hanno svolto questa particolare funzione:

- XV° e XVI° secolo, l'italiano;
- XVI° e XVII° secolo, lo spagnolo;
- XVIII e XIX° secolo, il francese;
- dal XIX° secolo, l'inglese.

In varie epoche ci sono stati anche dei tentativi di costruire artificialmente mezzi di comunicazione veramente internazionali, su base puramente astratta (lingue totalmente artificiali) o sulla base di una o più lingue esistenti. Nel primo caso ci sono stati i tentativi di personaggi illustri come Bacone, Cartesio e Leibniz. Del secondo caso fanno parte l'interlingua, il volapuk e l'esperanto, che è stata l'unica ad avere avuto un certo seguito.



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