L’autostima femminile al centro di pesami l’anima diretto da teresa iaropoli

Intervista esclusiva alla sceneggiatrice Hulda Federica Orrù e alla regista del film in concorso al primo festival italiano online del cinema documentario, visibile su www.viaemiliadocfest.tv
del 07/10/11 -

Quattro donne - una modella oversize, una ex atleta nazionale, una modella di Botero e un'artista – quattro storie sul complesso percorso di riconciliazione con il proprio corpo, divenuto in passato un campo di battaglia dove sfogare la non-accettazione di sè. Questo, in sintesi, il film-documentario PESAMI L’ANIMA sceneggiato da Hulda Federica Orrù e diretto dalla videomaker Teresa Iaropoli e in concorso alla seconda edizione di ViaEmiliaDocFest, il primo Festival italiano online del cinema documentario, promosso da Pulsemedia in collaborazione con Solares-Fondazione delle Arti, Arci Ucca e con gli Assessorati alla Cultura del Comune di Modena e di Reggio Emilia.

Il mondo del web, la multimedialità e le nuove tecnologie influiscono sul tuo modo di creare film? E se sì, come?
“Le nuove tecnologie oggi influenzano il nostro modo di conoscere il mondo: aggiungono nuovi canali di reperimento delle informazioni e facilitano la creazione di contatti e relazioni tra persone persino da un capo all’altro del mondo. Per chi vuole indagare la realtà per raccontarla tutto ciò è una preziosa fonte di arricchimento”.

Credi che il web possa essere decisivo nella diffusione del cinema documentario?
“Il web permette al cinema documentario di trovare nuovi canali di diffusione, stravolgendo i meccanismi tradizionali di distribuzione, soprattutto in Italia dove la televisione offre ancora troppo pochi spazi di visibilità e le piccole sale di qualità spesso soccombono schiacciate dai multisala. Inoltre il web offre nuove forme di condivisione e partecipazione, basti pensare al modo in cui un documentario può raggiungere un pubblico molto più vasto attraverso il passaparola, potenziato dall’uso dei social network; ma penso anche alla creazione di film collettivi, in cui la rete di utenti viene coinvolta in una o più fasi di realizzazione del documentario (creazione di contenuti, produzione, fund raising, promozione e distribuzione)”.

Perché hai scelto di raccontare questa storia attraverso il documentario?
Hulda Federica Orrù: “Perché credo che il documentario permetta, rispetto alla finzione, una maggiore identificazione nelle storie raccontate, grazie alla testimonianza di persone che decidono di aprirsi e donare agli altri la propria verità, qualcosa di simile ad uno scambio profondo con un amico. Ho voluto dare un messaggio di speranza a chi soffre le stesse difficoltà delle protagoniste, ed elementi di maggiore comprensione alle donne di se stesse e del proprio rapporto con il corpo: penso che il meccanismo di comunicazione che innesca il documentario sia il più adatto per farlo”.
Teresa Iaropoli: “Il documentario ha la capacità di sorprenderti nella misura in cui si palesa davanti a te una realtà disarmante che sfugge al tuo controllo. Un po’ quello che hanno vissuto queste donne nell’ineluttabile tentativo di far aderire il corpo ad una natura che non appartiene loro. Queste donne rompono degli schemi perché decidono di riappropriarsi di ‘loro stesse’. La forma documentaristica è altrettanto dirompente nella misura in cui è portatrice di una realtà intima che appartiene profondamente a ‘se stessa’”.

Tre cose per invogliare il pubblico a guardare il tuo doc e votarlo.
“Il film è un viaggio lungo il paesaggio umano, alla ricerca di ciò che ci fa sentire amate e che amiamo, di ciò che condiziona la percezione del nostro corpo e di ciò che lo fa vivere in tutta la sua pienezza. E’ un racconto emotivo dove si riscopre il potere nel e del corpo femminile: le quattro protagoniste ci interrogano sul significato di essere libere, raccontandoci la fatica di affrancarsi da un unico ideale di bellezza e di comportamento. Queste donne sono come la terra, rotonde e in grado di accogliere e donare tante cose”.

Hulda Federica Orrù, 1982, vive e lavora a Milano. Nella sua formazione concilia la sua passione per la scrittura con il linguaggio audiovisivo. Giornalista pubblicista, si laurea in “Linguaggi dei Media” e si specializza in “Cinema, Tv e Nuovi Media”, per conseguire poi il diploma in “Sceneggiatura” presso la Scuola Civica del Cinema di Milano. Segue corsi di sceneggiatura cinematografica e documentaristica con Lara Fremder, Gaetano Sansone, Tonino Curagi, Stefano Mordini, Anna Franceschini, Sergio Basso. E’ autrice di documentari tra cui “Pesami l'anima” (selezionato ai festival Sguardi altrove e Women In Art) e “Ciar cumé l’acqua del Lamber” per Legambiente (in lavorazione). Inoltre ha lavorato all’ideazione e alla realizzazione di videoinchieste - “Game over?” sulla perdita del lavoro dopo i 40 anni e “Guerrilla city” sull’uso del guerrilla marketing nella comunicazione urbana - e di video promozionali per Ciclobby FIAB, Spazio Milk, Amat, Open Labs e le compagnie teatrali Nuvole in Tasca e Teatro in Polvere. Ha scritto la sceneggiatura dei cortometraggi “Criminal show”, docu-fiction sul rapporto tra cronaca nera e media, presentato al Grinzane Festival di Cinema e Letteratura di Stresa, e “Mnemosyne” sulla strage di Piazza Fontana. Due suoi racconti, “Guardami per sempre laddove sono assente” e “La chiave di vetro”, sono stati pubblicati in antologie di giovani scrittori da Arcipelago edizioni.

Teresa Iaropoli si diploma in Regia Cinematografica presso la Scuola di Alta Formazione diretta da Marco Bellocchio. Segue corsi di regia con Michelangelo Frammartino, Marina Spada, Alina Marazzi e Bruno Oliviero. Frequenta seminari di scrittura cinematografica con Francesco Piccolo, Silvio Soldini e Lara Fremder. Nel Luglio del 2011 conclude il triennio di formazione come regista di cinema tv e nuovi media presso le scuole civiche di Milano. È aiuto regia sui set ”The fifth season” (vincitore 2° premio Alcantara Movie Contest 2008) di V. Arena e G. Ferreri e “Melodia Monocromatica” (miglior corto al Festival di Roma) di G. Ferreri.
Scrive e dirige i cortometraggi “Solo pochi giorni”, “Memorie di Sabbia” (finalista al Pentedattilo film festival 2009) e "Uccidere è uccidersi", “What happens in Vegas stays in Vegas”. Ha diretto i documentari “Giochi di quartiere” e "Pesami l'anima" (selezionato al festival Sguardi altrove), prodotti dalle Scuole Civiche di Milano. Di recente ha collaborato come regista ai film collettivi “Il pranzo di Natale”, prodotto da Marechiaro, film e selezionato al Giffoni film festival e Milano 55.1-Cronaca di una settimana di passioni selezionato a Locarno nella sezione ufficiale, fuori concorso.

ViaEmiliaDocFest è ideato, organizzato e gestito da PULSEMEDIA editore, produttore e distributore multipiattaforma di film-documentari, videoclip, livecast, che ricopre oggi un ruolo strategico e innovativo nella comunicazione multimediale grazie ad un suo peculiare modo di raccontare il Prodotto, l’Evento, le Storie, basato su una felice sintesi tra sensibilità autoriale e know how tecnologico tra i più avanzati.
Piombo Fuso (82’, 2009), di Stefano Savona vincitore al Festival di Locarno 2009, Il Popolo che Manca (75’, 2010) di Andrea Fenoglio e Diego Mometti vincitore del Premio Speciale della Giuria alla 28° edizione del Torino Film Festival – sezione Italiana.doc; Il Palazzo delle Aquile (123’, 2011) sempre di Stefano Savona (produzione associata), vincitore del concorso internazionale al Cinéma du Réel 2011 e selezionato nella sezione ACID al Festival di Cannes 2011 e Lo chiamavamo Vicky (50’, 2011) di Enza Negroni unico lavoro italiano in concorso al Biografilm Festival 2011, sono solo alcuni dei titoli prodotti dalla società emiliana, che anno dopo anno ottiene dal mondo cinematografico e del documentario – addetti ai lavori e pubblico – autorevoli riconoscimenti.
Attualmente è in fase di postproduzione Freakbeat (t.p.), film lungometraggio per la regia di Luca Pastore, e sceneggiatura di Claudio Piersanti, con Roberto ‘Freak’ Antoni, realizzato con il contributo della Regione Emilia-Romagna e della Cineteca di Bologna.



Licenza di distribuzione:
INFORMAZIONI SULLA PUBBLICAZIONE
Mongini Comunicazione
Responsabile account:
Giulia Binosi (Account)
Contatti e maggiori informazioni
Vedi altre pubblicazioni di questo utente
© Pensi che questo testo violi qualche norma sul copyright, contenga abusi di qualche tipo? Contatta il responsabile o Leggi come procedere
Stampa ID: 146064