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Il ritratto: Viviani, l'uomo ovunque - Elia tra medaglie su pista, classiche del Nord, Sanremo. Ed un pensiero al Giro

Un ragazzo dalle grandi promesse questo Elia Viviani. Dopo la volata al Kuurne-Brussel-Knuurne finita al terzo posto, e dopo aver già vinto due medaglie a Parigi, il campione veronese dell'Isola della Scala si appresta a vivere un 2015 avvincente.
del 03/03/15 -

Questo ragazzo ci farà divertire. È quel che abbiamo pensato ieri, dopo aver visto per la quinta volta al replay la volata della Kuurne-Brussel-Kuurne. Il soggetto non è proprio uno sbarbatello uscito dal nulla ed improvvisamente vincente, né un neo professionista che ha già trovato la marcia giusta per mettersi alle spalle i diretti avversari. Si parla invece di Elia Viviani. Che non è certo l'ultimo arrivato, ma uno che da sempre gareggia in strada e pista. D'inverno, per qualche settimana, lo si deve fermare, per forza. Per il ragazzo di Isola della Scala, il 2015 è iniziato nel verso giusto, non c'è alcun dubbio. Ed è per questo che ieri, dopo la volata di Kuurne, pensavamo - meglio: fantasticavamo nel concreto - a quanto ci farà divertire il veronese. Il quale, per inciso, ha portato a casa da Parigi due medaglie.

L'argento nella Madison: «Sfortunati a incontrare i francesi in casa»
Era il Mondiale su pista di Saint-Quentin-en-Yvelines, Elia ha colto il bronzo nell'Omnium e l'argento, con Liam Bertazzo, nella Madison. «Siamo andati veramente vicini all'oro nella Madison - ha dichiarato a Sky Sport24 - ma la medaglia di bronzo nell'Omnium è secondo me la più importante, perché avviene in una specialità olimpica. Le prossime Olimpiadi a Rio saranno un grande obiettivo per me e questo bronzo può essere un buon inizio. Sappiamo anche dove dobbiamo migliorare e questo è il nostro punto di forza. Prendere una medaglia di bronzo ed essere vicino all'oro fino all'ultima prova, che era la corsa a punti, sapendo che si può ancora migliorare, credo sia la cosa migliore. Nella Madison abbiamo concluso a un solo punto dai francesi, siamo stati sfortunati a trovare i francesi in Francia. Sono morti su quella bici piuttosto che mollare la maglia! È andata bene così. In Italia era raro vedere due medaglie in 24 ore ai Mondiali su pista e quindi siamo orgogliosi. Prendiamolo come un punto di partenza per i prossimi appuntamenti importanti su pista».

L'Omnium, il bronzo, Rio 2016: «Gaviria pericoloso, spero stesse meglio di me»
È raro, già, vedere una medaglia azzurra nella pista, ma questo ragazzo è riuscito a portarla a casa. Nella Madison, solo la coppia di casa francese, Bryan Coquard e Morgan Kneisky, ha saputo resistere al ritorno azzurro, mentre nell'Omnium Viviani ha vinto tre delle sei prove in programma (Scratch, Eliminazione e Giro Lanciato), arrendendosi solo allo sconfinato talento del colombiano Fernando Gaviria ed all'aussie Glenn O'Shea nella Corsa a Punti finale. «Gaviria diventa un cliente davvero pericoloso - commenta il veronese. Ha battuto Cavendish due volte a gennaio ed ai Mondiali era veramente forte. Spero e punto sul fatto che le Olimpiadi saranno ad agosto. Ai Mondiali avevo un australiano e un colombiano davanti e la condizione che hanno loro in questo periodo della stagione è sicuramente più avanzata della mia. Io sono arrivato con sei giorni di gara, dopo Dubai e il Challenge di Mallorca».

A Dubai batte subito Cavendish: «È ancora più soddisfacente»
Già, perché Elia Viviani non ha preparato solo i Mondiali su pista («la preparazione è stata piuttosto incentrata sulla strada e poi portata nello specifico gli ultimi dieci giorni sulla pista»), ma su strada ha già debuttato alla Challenge Mallorca ed al Dubai Tour. Con una nuova casacca, ovviamente: quella del Team Sky. Elia, c'è poco da fare, pare un altro corridore rispetto all'anno scorso: nel 2014 la prima vittoria giunse a Crevalcore, nella terza tappa della Settimana Coppi e Bartali. Era il 29 marzo. Il 2015 è stato ben più dolce: oltre alle due medaglie dalla pista, subito una piazza d'onore a Mallorca, al Trofeo Santanyí, proprio dietro a Matteo Pelucchi. Al Dubai Tour, su quattro tappe è andato a podio in due: terzo nella prima, dietro a Cavendish e Guardini, secondo nell'ultima, dietro a Cavendish. Nella seconda tappa, però, Elia ha saputo mettersi alle spalle si Cavendish che Guardini. La prima vittoria arriva il 5 febbraio: «È stato un buon avvio di stagione. Sicuramente vincere con la maglia del Team Sky era il primo obiettivo. La prima vittoria è arrivata davanti a Cavendish e quindi è ancora più soddisfacente. Ieri c'è stato un buon terzo posto alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne dietro a Cavendish e al vincitore della Milano-Sanremo dello scorso anno, Kristoff».

A Kuurne prove di Gand-Wevelgem: «Col Giro è un obiettivo»
Cavendish e Sanremo, due parole chiave per Elia Viviani. Ieri alla Kuurne-Brussel-Kuurne non s'è distratto un secondo. Nella fase critica della gara, quella con i muri, ha tenuto il gruppo dei primi, ottimamente aiutato da uno Ian Stannard gasato dopo il successo di sabato all'Het Nieuwsblad. Stannard ha cercato di tenere Viviani al coperto, perché il veronese non perdesse terreno e potesse giocarsi la volata. C'è andato vicino: in scia a Cavendish, quando il britannico è partito Viviani ha capito che forse era troppo veloce. S'è allora messo in scia a Kristoff, dando tutto negli ultimi metri e guadagnando un ottimo secondo posto. Ottimo perché? Non tanto per il piazzamento, quanto perché nella casella sogni c'è la Gand-Wevelgem. E non solo quella. «Quest'inverno abbiamo lavorato molto e messo una grande base per la stagione su strada perché il 2015 è per me importantissimo; con il Team Sky voglio raggiungere traguardi importanti che mi mancano ancora, come il Giro d'Italia, la Gand-Wevelgem, un obiettivo ormai prossimo, perché manca qualche settimana».

Futuro nelle Fiandre? «Sui muri mi sono trovato bene...»
La prova di ieri a Kuurne è stata anche ottima per obiettivi futuri: «Ho avuto un buon responso dalla Kuurne-Brussel-Kuurne. Sui muri mi sono trovato molto bene, soprattutto valutando che era passata una settimana dal Mondiale su pista. Ho lavorato duro la scorsa settimana per tornare da subito ad essere competitivo su strada, la condizione c'è e quindi restare davanti sul Kwaremont è stata una soddisfazione personale che mi pone degli obiettivi alti. Dopo la Tirreno-Adriatico, sarò nelle classiche del Belgio, molto probabilmente per appoggiare altri capitani come Geraint Thomas. Anche il Belgio può essere uno dei miei obiettivi dove crescere».

A Sanremo per Swift: «Ben se lo merita. Sarò in appoggio»
Capitani, già. Per quanto messo in mostra fino ad ora, Elia sarebbe un ottimo candidato per la vittoria alla Milano-Sanremo. La Classicissima ha un percorso decisamente favorevole ai velocisti: niente manie, niente Pompeiana ed arrivo in Via Roma, laddove hanno trionfato corridori come Zabel, Cipollini, Petacchi, Freire... Ma alla Sanremo quest'anno Viviani dovrà fare la seconda punta: «Penso che l'uomo giusto per il Team Sky sia Ben Swift. Si è sacrificato a inizio stagione per lavorare per me, perché ho quello spunto veloce in più che lui invece ripaga con la resistenza in salita. È arrivato terzo lo scorso anno alla Milano-Sanremo e quindi merita la fiducia della squadra. Io sicuramente, vista la condizione, dovrei esserci e in ogni caso sarò in appoggio. Speriamo di portare a casa questa grande classica con la maglia del Team Sky e cominciare ad assaporare di arrivarci vicino per i prossimi anni».
Un percorso, quello di Elia Viviani, che non gli ha mai precluso nulla, né lo fa ora: corre su pista ma è molto, molto competitivo su strada; gareggia al Nord e magari, un giorno, farà sua una Gand-Wevelgem, studiando da fiandrista; pensa alla Sanremo, ma per ora sarà seconda punta, perché da gregario s'impara tanto, forse tutto, di certo abbastanza. Metti che una Sanremo è imprevedibile, una foratura può sempre metter fuori causa le varie punte ed avere un Viviani davanti fa comodo. Se poi è l'Elia Viviani ammirato in questi primi due mesi dell'anno è questo, come non pensare che sì, il ragazzo ci farà ancora divertire un sacco?

Francesco Sulas



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