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Il piacere di farsi del male

La vita dei Masochisti
del 28/07/20 -

Il Masochismo in Psicologia è catalogato come Parafilia e cioè cosa che indica pulsioni erotiche connotate da fantasie o impulsi intensi e ricorrenti, che implicano attività o situazioni specifiche riguardanti oggetti o animali, che comportino sofferenza e/o umiliazione, o che siano rivolte verso soggetti impuberi e/o persone non consenzienti (Wikipedia). Sono convinto però che la forma più diffusa e ricorrente di Masochismo non sia quella che riguarda la sfera sessuale in particolare, ma piuttosto la vita in generale. Non va dimenticato che il dolore crea produzione di Endorfine, le quali rimangono in circolo anche quando il dolore è cessato, lasciando una sensazione di benessere. Partendo dal presupposto quindi che il dolore crea piacere, ed in alcuni soggetti questo meccanismo è più accentuato che in altri, possiamo comprendere i comportamenti di moltissime persone. Infatti, pur continuando a lamentarsi di tutto ciò che nella propria vita va male, esse perpetuano nel tempo gli stessi comportamenti che li portano alle sofferenze di cui parlano. Nella mia vita ho incontrato decine di persone infelici ed insoddisfatte per i più svariati motivi, tra i più ricorrenti la mancanza di denaro, le storie d’amore finite male, le carriere professionali insoddisfacenti, i rapporti familiari a pezzi, la salute incerta, la sfortuna, la mancanza di felicità in generale. Quasi sempre però, conosciutele meglio, queste stesse persone si rivelavano ai miei occhi come totalmente responsabili in prima persona di quegli errori che avevano causato tali situazioni. A livello economico, quasi mai mi è capitato di frequentare persone che, pur lamentando perennemente una cronica mancanza di denaro, avessero però un’oculata gestione delle proprie entrate. Di solito, chi si lamenta sempre di non avere abbastanza denaro, spende molto e male, sempre al di sopra delle proprie reali possibilità, non programma le proprie uscite in base alle entrate, non si preoccupa di ricercare le offerte e le condizioni migliori di acquisto. Come se non bastasse si prende gioco delle persone che risparmiano e che trattano oculatamente il proprio denaro etichettandole come tirchie e meschine riservando invece per se appellativi come “Signore, Persona di classe e di stile, Colui che sa vivere”. Tra le persone che lamentano numerose storie d’amore finite male ho spesso individuato soggetti nevrotici, ansiosi, patologicamente gelosi, depressi, insicuri, volubili, portati al tradimento, poco consoni al dialogo o esageratamente propensi alla discussione perenne su ogni insignificante dettaglio. In ambito lavorativo ho conosciuto persone totalmente insoddisfatte della propria carriera, ma allo stesso tempo per nulla inclini alla collaborazione con i colleghi, non disponibili verso la propria azienda, concentrati sempre a pretendere il massimo concedendo il minimo, disonesti, non rispettosi del lavoro del prossimo e dell’azienda in generale, privi di senso di responsabilità. Tra chi lamenta poi rapporti disastrosi all’interno della propria famiglia non mancano mai i gelosi cronici, gli invidiosi, le persone totalmente inadatte al dialogo, gli irresponsabili, gli infantili, i menefreghisti e gli opportunisti. Mentre tra le persone dalla salute precaria, se escludiamo gli ipocondriaci, troviamo sovente grandi fumatori, bevitori di alcool e caffè, golosi incapaci di trattenersi, pigri, restii al movimento fisico ed alla vita all’aria aperta, nevrotici, ansiosi e persone terrorizzate dall’idea di effettuare esami clinici di controllo e routine. Per finire, nella categoria degli infelici cronici troviamo i professionisti del lamento, i privi di entusiasmo, i pessimisti, quelli convinti di essere sfortunati e quelli certi che chi ottiene risultati di qualsiasi genere lo deve esclusivamente alla fortuna. Quelli che… “Tanto sono tutti ladri, Tanto ti fregano tutti, Tanto sono tutti disonesti, Tanto le donne sono tutte disoneste e gli uomini tutti traditori…” etc, etc.

Se, come abbiamo detto all’inizio il “farsi del male” è una pratica molto diffusa perché crea un sottile piacere, comprendiamo il motivo per il quale, secondo il mio punto di vista, noi e solo noi siamo quasi sempre responsabili di tutto ciò che ci va male e di cui ci lamentiamo. Forse prima di farlo e soprattutto, se veramente non vogliamo che molti aspetti della nostra vita siano negativi, dovremmo decidere di alimentare il nostro star bene con il piacere e non con il dolore. Dovremmo allenare il nostro cervello e le nostre Endorfine a darci senso di euforia quando stiamo bene e non quando stiamo male, quando vinciamo e non quando perdiamo. È vero che se è scientificamente provato che il dolore nel soggetto masochista provoca piacere è altrettanto provato che la Neuroplasticità del nostro cervello può aiutarci a cambiare determinati schemi ed abitudini dei nostri Neurotrasmettitori. Se le Endorfine agiscono come una droga, abituandoci a reiterare determinati meccanismi che ci provocano il piacere, dovremmo invertire questa rotta per riuscire a stimolare le Endorfine nei momenti in cui ci accade qualcosa di bello e non di brutto, quando siamo vincenti e non perdenti, quando non siamo vittime, sfruttati, offesi, umiliati, ammalati, sofferenti, non amati. Impariamo invece a godere della nostra situazione di persone sane, amate, rispettate, orgogliose, ammirate, belle, gioiose, vincenti e soprattutto ottimiste, piene di quell’ottimismo che ci porta a dire: “Lo possiamo fare!”.

Sergio Cosentino
Sempreunagioia



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