E-commerce, editoria digitale e regime IVA per gli acquisti online nell'UE

Nuove norme UE per il versamento dell'IVA generata dalle transazioni online. L'agevolazione degli adempimenti e relativi risparmi per gli operatori e-commerce europei. Recupero IVA per importi inferiori a 22,00 euro e regolamentazione dei regimi IVA per le pubblicazioni digitali.
del 05/12/16 -

Che la normativa europea in materia di vendite online avesse bisogno di una regolamentazione più adatta ai tempi lo sapevano molti degli operatori di settore e, a quanto pare, le autorità UE si sono accorta di alcune difficoltà incontrate dalla piccola imprenditoria nel tentativo di sviluppare strategie digitali transfrontaliere.

Nella conferenza stampa del 01 dic. 2016 a Bruxelles, Andrus Ansip e Pierre Moscovici hanno presentato alcune proposte per la riforma dell’IVA sulle vendite in rete nella direzione di una “maggiore semplificazione degli adempimenti delle imprese”, che consentiranno alle imprese stesse ed ai consumatori di “acquistare e vendere più facilmente beni e servizi online”.

La riforma riguarda alcuni aspetti importanti per il commercio elettronico in Europa:


Nuove norme in materia di IVA per la vendita di beni e servizi online allo scopo di semplificare gli adempimenti per microimprese, start-up e PMI

Al fine di semplificare la vita di professionisti, microimprese e PMI operanti nelle transazioni online è previsto uno sportello unico (One Stop Shop), sotto forma di portale europeo, che consentirà adempimenti scaglionati riguardo al regime IVA da applicare.
Ad esempio, per importi inferiori a 10.000 euro all’anno le microimprese potranno continuare a seguire la normativa nazionale dove l’impresa ha sede, consentendo risparmi importanti. La soglia di 100.000 euro all’anno dovrebbe stabilire adempimenti più semplici anche per le PMI.

E’ un passo importante nella direzione dello snellimento delle pratiche fiscali, le quali, al momento, sembra stiano facendo pagare a ciascun operatore circa 8.000 euro all’anno per ogni paese transfrontaliero in cui operi. La normativa, a regime, dovrebbe consentire alle imprese un risparmio complessivo di 2,5 mld di euro all’anno.

Come questi risparmi influiranno sulle attività e le strategie digitali delle imprese è difficile prevederlo; c’è da sperare che la maggiore liquidità a disposizione incoraggi investimenti nel settore, con ricadute positive sull’intero mercato. Per le piccole imprese sarà più facile internazionalizzare; inoltre, avranno la possibilità di competere con i distributori internazionali o di avere maggiore autonomia nei confronti dei marketplace come Amazon o E-bay.

Azione contro le frodi all’IVA al di fuori dell’UE

La normativa attuale prevede l’esenzione IVA per le vendite in Europa, da parte di operatori e-commerce fuori UE, di prodotti in fascia di prezzo inferiore ai 22 euro. Stiamo parlando di circa 150 milioni di consegne all’anno. Nel tempo, questa agevolazione ha creato una distorsione nel mercato, penalizzando produttori e commercianti europei costretti ad aggiungere l’IVA a qualsiasi importo transitato attraverso i loro canali.

Questa differenza tra i prezzi di vendita stabiliti dai soggetti ex UE (non ivati) e quelli intra UE (con l’IVA) ha spesso incoraggiato le micro-importazioni parallele. E’ il caso dell’Italia per determinate categorie merceologiche, complice anche la tendenza degli imprenditori a fissare prezzi più alti della media europea per sopperire ai livelli eccessivi di tassazione o a processi distributivi / lavorativi poco efficienti.

L’Europa intende porre rimedio alla perdita dell’IVA, stimata intorno ai 5 miliardi di euro all’anno (7 miliardi la perdita prevista per il 2020). I venditori online europei possono finalmente tirare un sospiro di sollievo perché la differenza tra i loro prezzi e quelli in ingresso dall’esterno dell’unione diminuirà.
Anche i governi hanno di che gioire perché si stimano incassi di 100 mln di euro a settimana in IVA “da spendere per servizi a vantaggio dei cittadini”.

A farne le spese, nell’immediato, saranno i consumatori, gli unici a subire l’aumento dei prezzi senza alcun beneficio diretto.

Parità di norme sulla tassazione di libri elettronici, quotidiani elettronici e i loro equivalenti in formato cartaceo
Per la verità, è dal 2013 che l’Italia applica lo stesso regime iva agevolato al 4% (assolta all’origine dall’editore) anche per le pubblicazioni digitali. Una decisione di civiltà che però poteva portare ad eventuali sanzioni da parte dell’UE.

Le nuove norme invece prevedono l’allineamento delle aliquote IVA tra pubblicazioni cartacee e digitali, lasciando agli stati membri la libertà di decidere in merito.



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