‘DA VICINO NESSUNO È NORMALE’ cosi’ alessandro penta in viaippocrate45

Intervista esclusiva del regista del film in concorso al primo festival italiano online del cinema documentario, visibile su www.viaemiliadocfest.tv
del 07/10/11 -

Un teatro, un bar ristorante con tavoli all’aperto, un ostello, un’area verde di circa 3 ettari: è il “Paolo Pini” di Milano, l’ex ospedale psichiatrico che chiuse i battenti a seguito della legge Basaglia e che oggi è luogo di contaminazione umana, sociale e culturale raccontato da Alessandro Penta nel documentario VIAIPPOCRATE45, in concorso alla seconda edizione di ViaEmiliaDocFest. Il film mostra attraverso Gianni, Pietro, Maria ed Andrea, la storia di una trasformazione urbanistica, nonché umana. Il “Paolo Pini”, dal 2000 gestito in comodato d’uso dalla cooperativa sociale “Olinda”, non è più, infatti, un muro oltre il quale non si sa cosa succede, ma un luogo aperto ai cittadini del territorio, al turismo e ai giovani.

Perché hai scelto di raccontare questa storia attraverso il documentario?
“Quando si tratta il tema della salute mentale è facile anzi facilissimo imbattersi in luoghi comuni. Credo di non aver mai visto un film di finzione capace di rispettare la complessità che il tema comporta. La storia che volevo raccontare toccava inoltre il tema delle periferie, della trasformazione di spazi comuni, di muri da scavalcare, di impresa sociale, tanta carne al fuoco. La grande opportunità che dà il documentario è quella di costruire un racconto strada facendo lasciando sempre la possibilità di cambiare strada, idee, trama, di fare entrare nel proprio lavoro elementi inaspettati. In VIAIPPOCRATE45 sono stato letteralmente guidato dagli incontri. Le persone che incontravo mi guidavano, mi parlavano, mi aprivano porte. In questo modo nascono dei mondi inaspettati che credo siano la cosa più preziosa che possa emergere in un documentario, quei mondi privi di retorica che restituiscono autenticità ad un'opera”.

Il mondo del web, la multimedialità e le nuove tecnologie influiscono sul tuo modo di creare film? E se sì, come?
“La grande opportunità che offrono le nuove tecnologie e il web è quella di realizzare opere di alta qualità con un budget minimo arrivando ad un pubblico nuovo, che lascia sul divano il telecomando e si va a cercare quello che gli interessa in rete. Mi piace pensare che in questo modo chi ha delle idee ed ha il coraggio di prendere in mano la telecamera oggi abbia molte più possibilità di crearsi un percorso. Io, ad esempio, non ho fatto scuole o corsi di regia, sono laureato in psicologia, vengo dunque da un ambiente lontano da quello artistico. Per gioco ho iniziato a girare un corto con un amico. Andavamo in campagna con la piccola telecamera di suo padre ed un cavalletto. Quando abbiamo messo il cortometraggio finito in rete con sorpresa abbiamo visto che funzionava, che veniva visto, che i nostri amici sapevano le battute a memoria. Abbiamo capito che potevamo parlare a qualcuno, che avevamo cose da dire, ed abbiamo continuato. Mi rendo conto che, ancora adesso, affronto i progetti che realizzo con uno spirito simile, incurante dei tecnicismi, mettendo in primo piano soprattutto le idee. Cosa possibile, in gran parte, grazie all'indipendenza che possono dare le nuove tecnologie”.

Credi che il web possa essere decisivo nella diffusione del cinema documentario?
“Credo che la produzione dei documentari di creazione oggi sia molto spesso più interessante e di qualità della produzione cinematografica tradizionale eppure i film documentari in Italia non arrivano in sala e nemmeno in televisione. Per questo credo sia importante trovare nel web un luogo che riesca a proporre questo genere di opere arrivando ad un pubblico vasto nel modo giusto. Per fare questo credo si debba andare nella direzione opposta a YouTube. Il documentario deve essere proposto in un contesto adatto che riesca a valorizzare l'unicità di certe storie e che in qualche modo protegga certi racconti di vita e fragilità dal calderone di immagini e commenti che spesso propone il web”.

Tre cose per invogliare il pubblico a guardare il tuo doc e votarlo.
“Far rinascere il bolscevico che c'è in tutti noi. Scoprire un angolo di Milano dove lo spazio viene trasformato, la periferia fa rima con cultura, i confini si confondono. Dove si può dire con certezza che da vicino nessuno è normale... Ripassare il perché un italiano dovrebbe essere molto orgoglioso della legge 180”.

Alessandro Penta nasce a Modena nel 1984. Laureato in psicologia, film maker autodidatta. Dal 2004 produce cortometraggi e documentari brevi. VIAIPPOCRATE45 è il suo primo lungometraggio. Dalla collaborazione con Valentina D'Urso (scrittrice e docente in Psicologia generale all'Università di Padova) nasce Aloa!Film per la produzione di documentari di creazione.
Il suo prossimo documentario"Effetto Thioro" è stato girato tra Milano e il Senegal ed è in fase di montaggio.
ViaEmiliaDocFest è ideato, organizzato e gestito da PULSEMEDIA editore, produttore e distributore multipiattaforma di film-documentari, videoclip, livecast, che ricopre oggi un ruolo strategico e innovativo nella comunicazione multimediale grazie ad un suo peculiare modo di raccontare il Prodotto, l’Evento, le Storie, basato su una felice sintesi tra sensibilità autoriale e know how tecnologico tra i più avanzati.
Piombo Fuso (82’, 2009), di Stefano Savona vincitore al Festival di Locarno 2009, Il Popolo che Manca (75’, 2010) di Andrea Fenoglio e Diego Mometti vincitore del Premio Speciale della Giuria alla 28° edizione del Torino Film Festival – sezione Italiana.doc; Il Palazzo delle Aquile (123’, 2011) sempre di Stefano Savona (produzione associata), vincitore del concorso internazionale al Cinéma du Réel 2011 e selezionato nella sezione ACID al Festival di Cannes 2011 e Lo chiamavamo Vicky (50’, 2011) di Enza Negroni unico lavoro italiano in concorso al Biografilm Festival 2011, sono solo alcuni dei titoli prodotti dalla società emiliana, che anno dopo anno ottiene dal mondo cinematografico e del documentario – addetti ai lavori e pubblico – autorevoli riconoscimenti.
Attualmente è in fase di postproduzione Freakbeat (t.p.), film lungometraggio per la regia di Luca Pastore, e sceneggiatura di Claudio Piersanti, con Roberto ‘Freak’ Antoni, realizzato con il contributo della Regione Emilia-Romagna e della Cineteca di Bologna



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