Core Web Vitals, ecco spiegato il nuovo fattore di ranking

E’ ormai in dirittura di arrivo negli Stati Uniti (si parla di qualche mese ancora) il nuovo algoritmo Core Web Vitals di Google: di cosa si tratta? Scopriamolo insieme, probabilmente per l’Italia dovremo aspettare come minimo metà del prossimo anno, ma sapere prima cosa ti aspetta di sicuro può aiutarti e preparare le tue contromosse.
del 15/06/20 -

La user experience al centro della metodologia di posizionamento organico utilizzata da Google: è questo sempre più il presente e, inevitabilmente, il futuro della SEO. Nello specifico, sono 3 le metriche che vanno a comporre il nuovo fattore di ranking:

- velocità di caricamento della pagina
- qualità dell’interazione
- stabilità del layout

Queste tre metriche, unite al comportamento responsive, alla sicurezza ed all’assenza di pop-up andranno a calcolare un punteggio di user experience on-page utile a determinare il ranking di quella specifica pagina web. Ma vediamo nello specifico il Core Web Vitals.

Cosa sono

I Core Web Vitals sono il risultato di una lunga ricerca orientata a poter in qualche modo calcolare la user experience con un metodo affidabile: negli ultimi anni, Google ha sperimentato diversi algoritmi che tenessero in considerazione rimbalzo, pogo stick, profondità di scroll e numerosi altri fattori, ma senza aver realmente definito un algoritmo di ranking ben definito. Ora ci siamo: il punteggio viene assegnato seguendo i tre parametri che andiamo ora ad elencare.

1. LCP (largest contentful paint), preposto a valutare le performance di caricamento della pagina. In sostanza, esso racchiude l’insieme di diversi parametri utilizzati attualmente dai principali analizzatori di performance, e viene definito in modo dinamico calcolando (e sommando) il tempo necessario a renderizzare il successivo elemento di pagina più consistente (testo, immagine o video), fino a quando la pagina non è completamente caricata o l’utente inizia ad interagire con essa (l’evento che si verifica per primo). E’ considerato buono un LCP inferiore ai 2,5 secondi

2. FID (first input delay), preposto a valutare il tempo di reazione della pagina ad un’azione dell’utente. Rappresenta quindi il tempo intercorrente tra la prima azione del visitatore (click, tap o pressione di un bottone), e viene calcolato in tempo reale quando viene effettivamente compiuta l’interazione. Un tempo maggiore di risposta si ha ad esempio quando l’utente clicca su un link mentre la pagina sta ancora finendo di caricare i contenuti

3. CLS (cumulative layout shift), preposto a valutare la stabilità visiva della pagina. Elementi di layout o di contenuto che continuano a muoversi (principalmente per bug grafici, ma non solo) anche quando la pagina ha completato il caricamento possono influire negativamente sul calcolo di questo parametro (non vi è mai capitato di cliccare erroneamente sul link sbagliato perchè lo schermo “si è mosso” all’ultimo momento?). Il sistema di calcolo è complesso, ma come detto è in gran parte influenzato da eventuali errori nella costruzione del template grafico

Nota bene: se l’utente non interagisce con la pagina (entra nel sito ed esce senza alcun click o altra azione), il FID sarà calcolato con un punteggio particolarmente penalizzante.

Come misurare i Core Web Vitals?

Tutti i principali strumenti web utilizzati dagli sviluppatori per testare le performance dei propri siti sono in grado di misurare, da qualche tempo, LCP, FID e CLS, ad esempio Page Speed Insight, Chrome UX Report o Search Console. Ce ne sono anche altri, quali Chrome Dev Tools o Lighthouse, che però tuttavia calcolano i dati simulando il comportamento dell’utente con dei test programmati: questo tipo di analisi non è valida quanto la lettura di dati reali di utenti che hanno visitato il sito web, dal momento che i calcoli eseguiti dall’algoritmo di Google utilizzano questo tipo di processo. Noi consigliamo il buon Search Console (attenzione, in Italia ancora questa funzione non è supportata!) che, dai test fatti, risulta essere l’ideale per avere una panoramica dei Core Web Vitals del tuo sito web.

Attenzione alla lettura dei dati: è chiaro che gli stessi, basandosi su utenti reali, possono essere influenzati dai device utilizzati dai visitatori del tuo sito, motivo per cui se ricevi traffico da dispositivi o reti particolarmente lenti, avrai certamente dei parametri negativi. E’ altresì chiaro che su larga scala questo fenomeno dovrebbe essere limitato, ed i dati rilevati più attendibili.

Quanto sono importanti i Core Web Vitals per la SEO?

Basandoci su test eseguiti, attualmente possiamo sostanzialmente ipotizzare che delle tre metriche che compongono il nuovo fattore di ranking Core Web Vitals, certamente il CLS appare quella con l’impatto minore, mentre le altre due hanno un peso piuttosto simile. Ad ogni modo, l’ottimizzazione di queste metriche sarà fondamentale quando saranno introdotte come fattore ufficiale di ranking da Google (si parla di inizio 2021), che a quanto pare rilascerà l’informazione con un anticipo di circa 6 mesi. Ed è certamente da prevedere un’estensione dell’algoritmo, che andrà ad includere altre metriche quali ad esempio la velocità di risposta all’azione dell’utente (non solo per la prima interazione, ma in generale anche per le successive).

Il nostro pensiero è che l’introduzione definita ed ufficiale di questo nuovo fattore di ranking possa solo dare una spinta generale al miglioramento della user experience dei siti web, a discapito di banner, pop-up, layout intasati di elementi non utili ed altri richiami off-page che pregiudicano l’esperienza di navigazione e la fruizione delle informazioni. Ed è anche un bel passo avanti verso una maggiore trasparenza delle metriche utilizzate da Google, oggi costituite per lo più da algoritmi complessi ed i cui calcoli non sono esattamente preventivabili con facilità dagli addetti ai lavori: l’utilizzo di un fattore ufficiale non può che essere benvenuto, in quanto monitorabile e pertanto riscontrabile con interventi diretti ed immediati.



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