Consistenza Catastale del Gruppo Catastale A

La consistenza catastale delle categorie del gruppo catastale A si calcola a vano catastale, arrotondato al mezzo vano.
del 04/08/17 -

Consistenza catastale: è considerato vano qualsiasi stanza superiore a un minimo, stabilito comune per comune e a seconda della categoria, che di solito può variare all’incirca fra i 7 e i 10 mq., che possa contenere almeno un letto. Ciò significa che un lungo corridoio, stretto e di forma irregolare, non dovrà essere conteggiato come vano anche se dovesse misurare 20 mq., ma gli sarebbe assegnato un terzo di vano, al pari di tutti gli altri accessori diretti, ossia di quei locali ai quali si accede direttamente dall’abitazione (cioè senza uscire dalla porta di casa) che non hanno caratteristica di vano, sono tali: corridoi, appunto, bagni, W.C., ripostigli, vani bui, vani con superficie inferiore al minimo stabilito, ecc. A ognuno di questi è assegnato 1/3 di vano, che viene sommato al numero dei vani principali.

A tali regole sfugge la cucina, che è sempre computata in un vano intero a prescindere dalla superficie, purché abbia gli impianti di cottura.

Gli accessori indiretti, cioè quelli ai quali si accede uscendo dalla porta di casa: le cantine, i ripostigli posti nel cortile, le soffitte, ecc. sono computati 1/4 di vano.

Alle attinenze scoperte, quali terrazze, cortili esclusivi e comuni, ecc. viene assegnata una percentuale che si va a sommare al totale dei vani, accessori diretti e accessori indiretti, fino a un massimo del 10%.

Questa percentuale può essere anche negativa, fino a un massimo del -10%. Possono essere cause di detrazione per la consistenza catastale alcuni fattori particolarmente negativi, quali la presenza di vani bassi che sono stati comunque computati per intero, servizi igienici insufficienti o incompleti e così via; in ogni caso è piuttosto raro ricorrere a una percentuale negativa in quanto, di solito, in casi simili s’interviene abbassando la classe.

Come ci sono vani con superficie al di sotto della quale si conta 1/3 di vano, vi sono vani la superficie dei quali è abbastanza grande da doverli considerare più di un vano catastale. Come il minimo, anche il massimo di superficie varia a seconda del comune e della categoria da un minimo di 22 a un massimo di 30 mq. circa. In tali casi si sottrae alla superficie del vano eccedente il limite massimo, quindi si divide il risultato per lo stesso limite massimo, p.e. se un vano è 45 mq. e il limite massimo di superficie è 30 mq. si sottrarrà 30 da 45 = 15, quindi si dividerà 15 per 30 = 0,5, tale valore va sommato al resto della consistenza catastale.

Per rendere più chiara questa procedura ci serviremo di un esempio. Calcolo consistenza catastale di un’abitazione posta al terzo piano composta da:

1 cucina di 7 mq.

1 sala di 36 mq.

1 camera di 16 mq.

1 camera di 12 mq.

1 bagno di 9 mq.

1 corridoio di 15 mq.

1 terrazza di 4 mq.

1 cantina al piano seminterrato

1 soffitta al quinto piano

servita da un cortile condominiale di 500 mq.

il vano minimo è di 8 mq., quello massimo di 24 mq.



Il conteggio sarà: cucina = 1 vano, camera = 1 vano, camera = 1 vano, sala = 1 vano più eccedenza, calcolata nel modo seguente: 36 mq. – 24 mq. (vano massimo) = 12; 12 diviso 24 = 0,5, corridoio 1/3 di vano, Bagno 1/3 di vano, cantina 1/4 di vano, soffitta 1/4 di vano, per un totale di 5,66 vani; assegneremo poi un 5% in più per la corte condominiale e la terrazza, quindi 5,66 x 0,05 = 0,28, che sommato ai 5,66 vani dà 5,94, che arrotondiamo a 6 vani catastali.

L’arrotondamento al mezzo vano catastale si effettua nel modo seguente: da 0,01 a 0,24 = 0 vani; da 0,25 a 0,74 = 1/2 vano; da 0,75 a 0,99 = 1 vano.



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