Business coaching per pmi: rimettere l’azienda al centro per favorire la crescita
L’ostacolo più grande alla crescita e allo sviluppo del business delle PMI, incluse anche aziende che proprio piccole non sono ma sono a carattere para-semi familiare, si nasconde al loro interno. Si radica in convinzioni ancestrali che portano ad un immobilismo/fatalismo che le conduce verso un sentiero senza uscita.
del 22/01/13 - di Cristina Skarabot
L’ostacolo più grande alla crescita e allo sviluppo del business delle PMI, incluse anche aziende che proprio piccole non sono ma sono a carattere para-semi familiare, si nasconde al loro interno. Si radica in convinzioni ancestrali che portano ad un immobilismo/fatalismo che le conduce verso un sentiero senza uscita. L’incontro di ieri con una azienda di dimensioni non proprio piccole (circa 200 ML di fatturato) è stata l’ennesima prova che non sono le poche opportunità di business o la presunta “crisi” a rallentare la crescita, ma la poca (oserei dire, nulla) volontà di dirimere le conflittualità interne e la mediocre (per non dire pessima) qualità della comunicazione. A causa di ciò nei casi migliori la “velocità” con cui l’azienda procede è al 50% delle sue potenzialità; in quelli peggiori l’azienda chiude.
Facciamo esempi concreti di inefficienza e/o conflittualità che il business coaching per PMI può aiutare a risolvere :
1) gelosie tra i membri del comitato direttivo (manager, familiari,azionisti)
2) presenza di personaggi “storici” considerati intoccabili (le famose memorie storiche)
3) scarsa chiarezza dei ruoli di ciascuna figura chiave: vuol dire occuparsi di cose diverse allo stesso tempo (le famose figure Jolly)
4) commistione tra ruoli e responsabilità come: membro familiare, rappresentante della proprietà (azionista) e manager
5) capacità comunicativa e di condivisione delle informazioni inesistente o, peggio ancora, mirata a creare disinformazione o costruita a difesa del proprio operato (la famosa cominicazione giustificativa)
6) utilizzo improprio della e-mail come mezzo di comunicazione primario al posto di quello dal vivo e diretto (fonte di inefficienza tra il 30 e il 40%)
E l’elenco potrebbe continuare. Che fare allora?
Ripartire non dalle singole individualità ma dalla azienda stessa. Qualcuno può dire: le individualtà sono l’azienda. Ma non è così: l’azienda è essere vivo e autonomo, gli individui le sue cellule. La prospettiva cambia in modo drastico quando al centro dell’attenzione si rimette l’azienda: la sua missione, la sua crescita, il suo futuro e quello dei dipendenti, dei soci e soprattutto dei i clienti. Questo concetto di rimettere questo “ente”, l’impresa, al centro del sistema prima e davanti ad ogni tornaconto personale, familiare e generazionale è l’unica speranza per farla sopravvivere. Questo sembra essere un passaggio culturale ovvio e scontato, ma non è così. Anteponete l’interesse comune a quello individuale e come individui verrete remunerati di più e meglio. La domanda di business coaching per l’imprenditore è: dove volete che sia la vostra azienda nel 2018? Che forma dovrà avere? Chi vedete alla sua guida? Con che prodotti e con che strategia?
Se non ci sono risposte chiare questo è il momento di fermarsi e dedicare una giornata a trovare delle risposte concrete coordinati da un business coach che riporti l’azienda al centro. Iniziate da voi con il futuro in testa. Se la vostra azienda non è al centro del vostro futuro, abbiate l’onestà di dichiararlo senza mettere a repentaglio la vita professionale di tutti quelli che oggi ci credono e che si stanno impegnando per il suo successo.