Allergie e rimedi fitoterapici

Starnuti, occhi rossi e narici irritate: l'allergia è un'ospite sgradito che entra senza bussare alla porta. A invitarlo a entrare, in un certo senso, è il sistema immunitario, che reagisce in modo spropositato a certe sostanze note come allergeni.
del 06/03/17 -

Nell’allergia il sistema immunitario reagisce in modo “esasperato” di fronte ad un “qualcosa” con il quale si è venuti a contatto (attraverso l’aria che respiriamo, il cibo che mangiamo, le sostanze e gli oggetti con cui la nostra cute viene a contatto….); il fatto sconcertante è che questo “qualcosa”, chiamato allergene, è assolutamente innocuo per i più ma, inspiegabilmente, risulta essere dannoso per l’allergico. Ciò che è importante chiarire è che l’allergia, qualunque sia l’allergene, ovunque sia il suo sito d’ingresso nell’organismo (bocca, naso, cute…) e qualunque sia l’organo o il tessuto sul quale la reazione esasperata si manifesta, non è mai una problematica localizzata ma è sempre una problematica sistemica, coinvolgente perciò l’intero organismo.

Diversi studi hanno infatti dimostrato che, sebbene si evidenzi con sintomi localizzati (congiuntivite allergica, dermatite atopica, rinite, asma, ecc.) apparentemente scollegati tra loro, l’allergia ha sempre e comunque un’origine sistemica, che sta alla base di tutte le sue manifestazioni.

Questa è la chiave per comprendere il perché, ad esempio, un bambino con dermatite atopica nella primissima infanzia (a comparsa entro il primo anno di vita nel 60-70% dei casi) può in seguito, solitamente intorno ai 4-5 anni, iniziare a manifestare sintomi d’asma, proprio nel momento in cui l’iper-reattività cutanea sembra essere ormai risolta.

Inoltre, comprendere la base sistemica dell’allergia è fondamentale per capire che, come una forma eritematosa cutanea può essere innescata sia dal contatto con un allergene ambientale sia con un alimento, allo stesso modo anche i sintomi dell’asma, della rinite e della congiuntivite possono essere legati non solo alla sensibilizzazione verso allergeni inalanti ma anche verso allergeni che vengono a contatto con l’organismo in sedi che nulla hanno a che fare con la mucosa respiratoria. Questa reattività che potremmo definire “crociata” fonda le sue basi sull’essere l’allergia una problematica sistemica.

Alla base di tutto: il disequilibrio della “bilancia” immunitaria

Gli allergeni inducono il sistema immunitario a produrre una particolare classe di anticorpi: le immunoglobuline di tipo E (IgE). L’ipersensibilità IgE-mediata è infatti una caratteristica di tutte le problematiche allergiche.

Alla base di questo comportamento immunitario vi è un disequilibrio nella differenziazione delle cellule che funzionano come i “registri” della risposta difensiva, i linfociti T helper. I T helper (Th) sono suddivisi in due sottogruppi con funzioni specifiche, i Th1 e i Th2, tra loro antagonisti. Il cardine dell’efficienza immunitaria, e quindi della salute, dell’individuo ha le sue basi nell’equilibrio tra Th1 e Th2.

Per svariati fattori (mancato o scarso allattamento al seno, vaccinazioni, uso di farmaci, soprattutto antibiotici, alimentazione ricca di zuccheri e proteine animali, ecc.), questo equilibrio può venire a mancare, privilegiando un orientamento immunitario, oppure l’altro. Lo sbilanciamento immunitario verso Th2 è una caratteristica che predispone l’individuo all’allergia. I Th2 sono infatti legati all’attivazione e alla differenziazione dei linfociti B, produttori di IgE, gli anticorpi dell’allergia.

La “marcia” dell’allergico

I quadri clinici dell’allergia tendono spesso a presentarsi con una progressione cronologica caratteristica. I primi sintomi di allergia sono rappresentati di solito da lesioni cutanee a carattere eritematoso (la classica dermatite atopica), che compaiono nei bambini molto piccoli, spesso sin dai primi mesi di vita.

Oltre a queste forme, altre manifestazioni precoci di allergia possono essere alcuni sintomi gastroenterici, come diarrea, vomito e dolori addominali; i sintomi respiratori sono invece solitamente a comparsa più tardiva, anche se la rinite e il “respiro sibilante”, prime evidenze del coinvolgimento della mucosa respiratoria, possono comparire anche nei bambini molto piccoli.

La dermatite atopica è comunque solitamente il primo, in ordine cronologico, della sequenza di eventi clinici che possono condurre all’espressione, ad esempio, dell’asma bronchiale; la dermatite atopica sembra quindi costituire il fattore di rischio principale per questo tipo di evoluzione. Infatti, in circa l’80% dei bambini che ne sono affetti si assiste in seguito alla comparsa di manifestazioni allergiche respiratorie, l’asma bronchiale in particolare; inoltre, a conferma di questa predisposizione, livelli elevati di IgE totali nel sangue (PRIST test) e Skin PRICK test positivi per allergeni inalanti (oltre che alimentari) possono essere dimostrati nell’80-90% dei soggetti con dermatite atopica.

Queste ed altre evidenze cliniche portano a ritenere che è come se l’allergia si “muovesse” all’interno dell’organismo, spostando la reattività verso tessuti più profondi, come in una sorta di marcia…

Questa progressione, ampiamente dimostrata e riconosciuta, è stata perciò definita “la marcia dell’allergico”. Per “marcia allergica” si intende appunto lo sviluppo in successione, quasi a tappe, di diverse manifestazioni allergiche nei primi anni di vita che vanno di pari passo con la progressiva sensibilizzazione dei diversi organi e tessuti (cute, mucosa intestinale, congiuntiva, mucosa respiratoria e bronchiale).

Il trattamento delle allergie con la medicina convenzionale

L’incremento della casistica delle allergie è stato accompagnato da un aumento del numero di individui sottoposti a cura farmacologica. Purtroppo, uno dei maggiori “difetti” della medicina moderna è la costante presenza nei farmaci di effetti collaterali secondari, più o meno fastidiosi e, addirittura, più o meno pericolosi per la salute stessa di chi li assume. In particolare, nelle patologie croniche, quali le affezioni allergiche, le conseguenze di un’assunzione continuativa possono essere pesantissime per la salute generale dell’individuo.

Inoltre l’approccio ufficiale si occupa di contenere i sintomi senza trattare invece le cause che hanno portato all’iper-reattività allergica dell’individuo: ciò porta alla non risoluzione della problematica e all’utilizzo di molti farmaci per curare i tanti sintomi che si manifestano…con la conseguenza di molteplici effetti collaterali!

Le classi di farmaci maggiormente utilizzate in tal senso sono gli antistaminici, gli stabilizzatori di membrana, i β2 stimolanti/adrenergici, i cortisonici e gli antileucotrienici. Gli antistaminici, sia di prima che di seconda generazione, presentano numerosi effetti collaterali: la sedazione, che limita fortemente la qualità di vita del paziente, è uno di questi, l’effetto “rimbalzo”, all’interruzione del farmaco, è un altro, molto comune.

Altri effetti collaterali sono: dolori gastrici, secchezza delle fauci, delle mucose nasali e della gola, vertigini, nervosismo, irrequietezza ed aumento di peso, per non parlare del rischio di una forma di aritmia che può evolvere in quella che viene chiamata “torsione di punta”, un’aritmia potenzialmente letale.

Ricchi di effetti collaterali sono anche gli stabilizzatori di membrana: broncospasmo, tosse, affanno, edema laringeo, tumefazione e dolori articolari, angioedema, mal di testa, rushes cutanei, nausea, sapore cattivo in bocca, oltre al fatto che risultano insufficienti per contenere i sintomi se utilizzati da soli e necessitano perciò dell’associazione con i cortisonici e/o gli antistaminici.

Gli effetti avversi dei β2 stimolanti/adrenergici sono tali e tanti che si dovrebbe veramente utilizzarli in extremis, solo nei casi di effettivo bisogno del paziente. Tra i maggiori effetti collaterali di tali farmaci ricordiamo: euforia, tachicardia, insonnia, nervosismo, agitazione, ansietà a cui si aggiungono, ben più gravi, nausea, vomito, cefalee, aumento della pressione sanguigna, ictus cerebrale e infarto cardiaco (in particolare, questi farmaci devono essere usati con estrema cautela dai cardiopatici).

I cortisonici, purtroppo ampiamente utilizzati per la loro efficacia nel “mascherare” i sintomi, danno, ahimè, ritenzione idrica, gonfiore del viso, aumento della peluria, insonnia, aumento dell’appetito.

Il protrarsi della cura può portare ad incremento di peso, riduzione della massa muscolare, iperglicemia, osteoporosi, ulcere gastriche, psicosi, cataratte, glaucoma, ritenzione di sodio e perdita di potassio, ipertensione arteriosa, micosi ed infezioni. Non meno pericolosi sono anche gli antileucotrienici, di recente immissione in commercio, i quali sembrano essere direttamente collegati a cambiamenti comportamentali quali ansia, depressione e, in ultima analisi, tendenza al suicidio (e sono per tale ragione monitorati, dal marzo 2008, da parte della FDA).

Una considerazione a parte va fatta per l’Immunoterapia Allergene Specifica (ITS); il principio è quello di somministrare al soggetto allergico dosi sempre crescenti di allergene con lo scopo di indurre tolleranza o di desensibilizzare verso l’allergene stesso. La somministrazione deve essere effettuata per un periodo di tempo molto lungo, dai 3 ai 5 anni!!! L’ITS non elimina tutti i sintomi dell’allergia e anche dopo il termine della procedura, l’allergico continuerà con la terapia farmacologica “a vita”, anche se con dosaggi minori.

Ciò, tra l’altro, darebbe maggior credito a recentissime scoperte in campo immunologico secondo le quali ripetuti sbilanciamenti in un unico senso (in questo caso sempre verso Th2) porterebbero il sistema alla cronicità dell’infiammazione (e questo ne spiegherebbe appunto l’inefficacia in termini di risoluzione definitiva). Recentemente è stata messa a punto un’immunoterapia velocizzata, chiamata RUSH ITS, che richiede solo 15 giorni di somministrazione ma quantitativi di allergene decisamente superiori e perciò più pericolosi (con rischio di shock anafilattico!).

La somministrazione in contemporanea dell’omalizumab, farmaco antagonista delle IgE, non si è rivelata sicura come si ipotizzava, anzi aumenta la possibilità di reazioni allergiche; per tale ragione l’FDA, all’inizio del 2007, ha diramato un warning relativo proprio a questo rischio, più frequente nel primo mese di trattamento, ma possibile anche dopo parecchi mesi di terapia.

Con questi presupposti, assume importanza vitale un eventuale approccio alternativo costituito da rimedi naturali e stile di vita, con lo scopo, da una parte di diminuire la reattività dell’organismo e lo stato infiammatorio sistemico cronico (legato allo squilibrio verso Th2), dall’altra, un’azione diretta locale volta ad evitare i fastidi del processo infiammatorio (innescato dal contatto con l’antigene); tutto ciò, senza controindicazioni ed effetti collaterali.

La natura ti aiuta in caso di allergia.



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