Allattamento dopo un tumore al seno: è possibile?

Allattare al seno dopo un trattamento per tumore mammario non solo è possibile, ma dovrebbe essere promosso da tutti i ginecologi e specialisti
del 03/01/20 -

A cura di: Ufficio Stampa Sorgente Genetica

Il tumore al seno è una delle malattie oncologiche più diffuse tra le donne [1]. Tante pazienti, dopo la terapia, se in attesa di un figlio, sono assalite da dubbi e incertezze sulla possibilità di allattare normalmente il proprio bimbo. A tal proposito è bene sapere che allattare al seno dopo aver subito un trattamento per tumore mammario non solo è possibile, ma dovrebbe essere promosso da tutti i ginecologi e specialisti.

Il cancro mammario si origina dalla produzione incontrollata di alcune cellule ghiandolari mammarie, ed è un tipo di neoplasia estremamente grave se la diagnosi viene fatta tardi. Alcune condizioni nella donna sono considerate fattori di rischio associati all'insorgenza di questa tipologia di tumore e sono:
• familiarità;
• prima mestruazione sotto i 12 anni;
• menopausa dopo i 50 anni;
• non aver avuto figli;
• aver avuto il primo figlio dopo i 30 anni [1].

La familiarità, ossia aver avuto altri casi in famiglia, può essere una delle cause dell'insorgenza del tumore alla mammella. Le alterazioni ai geni BRCA1 e BRCA2 sono responsabili del 50% dei casi di forme ereditarie di cancro mammario [1].

In Italia le stime riportano che il cancro al seno colpisce le donne fino a 49 anni di età nel 41% dei casi, quelle di età compresa tra 50 e 60 anni nel 35% dei casi, e nel 22% dei casi le over 70. Nonostante il tasso di incidenza sia in aumento, quello di mortalità è in diminuzione grazie alla diffusione dei programmi di screening per la diagnosi precoce e ai progressi ottenuti in campo terapeutico. In Italia la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi di un tumore mammario è dell'87% [2].

Aver avuto un tumore al seno non inficia la possibilità di allattare, infatti, per questo basta anche una sola mammella. Dopo un'operazione chirurgica, il seno operato produce meno latte, tuttavia consente l'allattamento del bimbo, considerando anche il tipo di chirurgia e di terapia subite. Ѐ importante che la donna che sta allattando adotti dei piccoli accorgimenti, come il drenaggio della mammella, prima di sottoporsi alle ecografie di routine [3]. Si precisa, inoltre, che non è stato dimostrato un passaggio di cellule tumorali dalla madre al lattante tramite la suzione del latte [3].

Una donna che si è ammalata di tumore al seno e che successivamente ha avuto un figlio dovrebbe essere monitorata per ottenere un'adeguata stimolazione e lo svuotamento di uno o di entrambi i seni. Una soluzione potrebbe essere quella di cambiare posizione al neonato per aiutarlo a trovare l'attacco migliore per lui e rendere più facile l'allattamento [3].

Per conoscere il rischio di tumore al seno connesso alla propria condizione genetica, una donna può sottoporsi a un test di screening genetico. Il test Sorgente BRCA è un test di screening di ultima generazione che consente di rilevare le alterazioni ai geni BRCA1 e BRCA2, connessi all'insorgenza di tumori mammari e di tumori ovarici nel 5-10% dei casi. Per eseguire il test occorre un prelievo ematico, ed è raccomandato soprattutto alle donne con familiarità alla malattia. Il test Sorgente BRCA fornisce risultati utili a intraprendere percorsi di prevenzione personalizzati e mirati.

Per maggiori informazioni: www.brcasorgente.it

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Fonti:
1. Fondazione Veronesi - www.fondazioneveronesi.it
2. AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) - https://www.aiom.it/wp-content/uploads/2018/11/2018_LG_AIOM_Mammella.pdf
3. Allattamento al seno dopo neoplasia mammaria: una scelta possibile – F. A. Peccatori, G. Bellettini - http://win.mnlpublimed.com/public/0818A03.pdf



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