Alghe, il cibo del futuro?

Si stanno diffondendo anche nelle nostre tavole. Sono ricche di vitamine e minerali, molto più di altri alimenti più comuni. Ma quelle d’acqua dolce stanno rivelando sorprendenti e sconosciute proprietà. Con una buona notizia per i vegan
del 30/01/17 -

In molti pensano che le alghe siano estranee alla nostra tradizione alimentare e medica. È proprio così? In realtà già Plinio il Vecchio, nel primo secolo dopo Cristo, raccomandava l’uso delle alghe marine nella cura della gotta, malattia molto diffusa tra la nobiltà romana, mentre Dioscoride Pedanio, celebre medico greco, ne consigliava l’impiego contro le eruzioni cutanee, la gastrite e i disturbi dell’intestino e del fegato.

Per quanto riguarda le alghe di acqua dolce invece basti ricordare che le civiltà precolombiane ne avevano già scoperto le proprietà ricostituenti (tra gli aztechi erano utilizzate dai guerrieri). Le alghe marine inoltre fanno parte della tradizione alimentare degli abitanti delle coste atlantiche d’Europa, mentre nel nostro paese se ne è riscoperto l’utilizzo grazie alla diffusione della cultura macrobiotica proveniente dal Giappone che ne è il maggior produttore e consumatore al mondo.
Inoltre già durante la conferenza mondiale delle Nazioni Unite sull’alimentazione svoltasi nel 1974 un’alga, la Spirulina fu definita «il miglior cibo del futuro» per le sue ottime proprietà nutritive, la cui coltura si sta estendendo dai paesi tropicali e subtropicali verso luoghi come Francia, Spagna e recentemente anche nel nostro Paese.

La novità di oggi è che, a parte la Spirulina, altre due microalghe d’acqua dolce sono oggetto di studi: la Clorella e la Aphanizomenon flos-aquae meglio conosciuta come alga Klamath dal nome del lago statunitense in cui viene raccolta. Diversamente da quanto accade con le alghe marine che vengono impiegate al pari delle verdure per accompagnare piatti freddi o caldi in cucina, queste alghe sono utilizzate sotto forma di compresse, capsule o in polvere. Infatti grazie all’alta concentrazione di nutrienti ne bastano pochi grammi per raggiungere dosaggi Rda (Recommended Daily Allowance ossia dose giornaliera raccomandata) tali da soddisfare le necessità giornaliere degli elementi nutritivi assunti.

Dentro le microalghe:

Consideriamo la composizione del prodotto secco (per 100g).
• Proteine. L’apporto proteico è più alto di qualsiasi altro tipo di alimento vegetale e animale e rappresenta addirittura il 60-70 per cento del peso del prodotto. Bisogna ricordare però che i dosaggi raccomandati, di 4 g per la Klamath e di 5-10 g per Spirulina e Clorella, non possono soddisfare autonomamente il fabbisogno proteico giornaliero.
• Grassi. Sono abbondanti, maggiormente gli insaturi quali gli omega 6 e, nel caso della Klamath, gli omega 3, questi ultimi essenziali e spesso carenti nelle nostre diete. In particolare queste ultime ai dosaggi raccomandati apportano circa il 15 per cento degli omega 3 consigliati giornalmente.
• Vitamine. Sono presenti i carotenoidi (vitamina A) di cui le microalghe forniscono oltre il 100 per cento del fabbisogno giornaliero, le vitamine del gruppo B e, nel caso dell’alga Klamath, anche la B12 nella sua forma attiva (confermato da uno studio pubblicato su J Vitam Nutr Res, 2009 Mar). Anche la vitamina K, essenziale non solo per la coagulazione del sangue ma soprattutto per il processo di assorbimento del calcio nelle ossa, è fornita al 100 per cento del Rda.
• Minerali e oligoelementi. Sono circa sessanta gli elementi presenti. Vanno ricordati il ferro (100 per cento Rda) di cui è stata documentata l’ottima assimilabilità e lo iodio (30 per cento Rda) che rispetto alle alghe marine è presente in minore quantità. Per questo le microalghe possono essere assunte anche in caso di ipertiroidismo.
• Clorofilla. Ne è ricca in particolar modo la Clorella, grazie alla quale questa microalga ha un’importante azione disintossicante. La Clorella contiene più clorofilla dei cosidetti «supercibi verdi» quali l’erba d’orzo o di grano.
• Ficocianine. Oggetto di grande studio in questi ultimi anni, queste sostanze hanno un grande potere antiossidante e antinfiammatorio. Sono presenti nelle alghe verdi azzurre (Spirulina e Klamath) ma non in quelle verdi (Clorella).

Dall’anemia al buonumore:
Le microalghe supportano e migliorano diverse funzioni fisiologiche.
Possono essere utili nelle carenze di vitamina A e di vitamine del gruppo B, costituire un supplemento proteico per gli sportivi e in caso si malnutrizione (Spirulina), aiutare negli stati anemici sia da carenza di ferro che da deficit di vitamina B12 (Klamath).
Inoltre stimolano le difese immunitarie mediante il potenziamento dell’attività dei globuli bianchi, importanti per combattere le infezioni.
Possono contribuire a ridurre i valori di colesterolo e trigliceridi (azione ipolipidemizzante) e degli zuccheri (azione ipoglicemizzante) nel sangue.
Hanno la capacità di inibire in vitro e in animali di laboratorio la proliferazione delle cellule tumorali e dei vasi che ne sostengono la crescita. Non si hanno ancora dati sufficienti per stabilire gli effetti antitumorali delle microalghe nell’uomo anche se in alcuni paesi si è iniziato a integrare le terapie convenzionali con l’uso delle alghe. La più usata a tale scopo è la Clorella, a dosaggi di 15 g al giorno.




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