Aftermarket nell’era della mobilità elettrica

L’avvento delle automobili a trazione elettrica, sia pura che ibrida, è già iniziato; con la complicità del clamoroso scandalo del Dieselgate Volkswagen, che ha coinvolto svariati milioni di automobili vendute e circolanti in ogni continente, è stata ridimensionata la posizione del carburante diesel in favore di forme alternative di alimentazione.
del 18/01/18 -

Sfatato il mito del gasolio ecologico, quasi tutte le case costruttrici hanno spinto l’acceleratore sullo sviluppo di soluzioni a batteria per offrire sul mercato automobili a basse emissioni inquinanti e realmente rispettose dell’ambiente. Del resto basta guardarsi in giro quando si circola in auto per rendersi conto di quante automobili ibride si incrociano, fino a qualche anno addietro si trattava di avvistamenti rari ed isolati, oggi sono molto più frequenti e si tratta di vetture di ogni segmento, dalle citycar alle ammiraglie. Questa progressiva evoluzione del parco auto circolante, destinata ad un imminente cambio di passo, modificherà profondamente l’intero comparto aftermarket, inteso nell’accezione più ampia del termine.

Le previsioni degli analisti internazionali vedono nei prossimi anni un’impennata nelle vendite di modelli di automobili a trazione ibrida, benzina-elettrica, e a trazione elettrica con un ricambio ecologico del parco circolante piuttosto rapido. Inoltre a partire dal 2020 è prevista, o almeno auspicata, l’entrata sul mercato delle prime automobili senza conducente, le cosiddette auto robot.
Questa evoluzione tecnologica delle quattro ruote cambierà profondamente il mercato, considerando anche la diffusione dei servizi di mobilità quali il ride-sharing o il già noto car-sharing, e le abitudini dei conducenti. Cambierà il modo di concepire l’automobile, questa sarà sempre più un servizio da consumare piuttosto che un bene durevole al quale ci si affeziona. Le ripercussioni sul mercato aftermarket saranno considerevoli e se il mercato è destinato a cambiare rapidamente gli operatori aftermarket dovranno muoversi d’anticipo e di gran carriera.

Stare al passo con i tempi e con le nuove tecnologie sarà un imperativo; pensiamo ad esempio alle officine di riparazioni indipendenti, queste dovranno acquisire le conoscenze per potere operare sulle nuove tipologie di autovetture e dotarsi di nuove attrezzature per potere interfacciarsi con i nuovi sistemi e intervenire con successo. Sia uomini che mezzi dovranno essere pronti e adeguati al nuovo tipo di domanda e alle nuove, e per certi versi ancora incognite, nuove esigenze degli automobilisti alla guida di veicoli di nuova generazione.

È superfluo specificare che chi non si darà da fare per evolvere la propria professione vedrà progressivamente assottigliarsi il bacino di utenti e dovrà accontentarsi, fin quando reggerà, di lavorare su autovetture di vecchia generazione, tenendo conto delle sempre più stringenti norme antinquinamento che ne limiteranno progressivamente la circolazione nei centri abitati.
Analogamente cambiamenti radicali subirà il mercato dei ricambi auto, probabilmente si tratterà di una evoluzione più lenta, visto comunque l’alto numero di automobili tradizionali ancora circolanti, ma si giungerà comunque ad una transizione irreversibile.

La domanda dei consumatori si evolverà e sorgeranno nuove categorie di pezzi di ricambio, soprattutto legate alle nuove dotazioni di bordo e ai nuovi sistemi di alimentazione e propulsione delle vetture ibride ed elettriche. Le aziende che fino ad oggi hanno prodotti ricambi auto compatibili, quelli cioè realizzati in maniera indipendente e senza le licenze delle Case costruttrici, dovranno prevedere nuove gamme di prodotti, le quali dovranno convivere comunque al fianco delle produzioni tradizionali. Questo sarà uno sforzo economico e logistico non indifferente ma sarà necessario per rimanere competitivi e ricavarsi un cosiddetto posto al sole nel nuovo mercato aftermarket.



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