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A Mani ferme: il 27% dei genitori italiani ricorre ancora a punizioni fisiche

In Italia un quarto dei genitori adotta, come metodo educativo nei confronti dei propri figli, le punizione corporali.
del 27/11/12 -

Questo il dato emerso dalla ricerca realizzata per Save the Children da Ipsos, su “I metodi educativi e il ricorso a punizioni fisiche”, diffusa a marzo in occasione del lancio della campagna A MANI FERME - Per dire NO alle punizioni fisiche nei confronti dei bambini e che l’organizzazione internazionale sta continuando a promuovere in diverse città italiane attraverso eventi di presentazione.

L'indagine I metodi educativi e il ricorso a punizioni fisiche è stata condotta tra il 29 febbraio e il 5 marzo 2012, attraverso interviste a un campione di 1000 genitori con almeno un figlio tra i 3 e i 16 anni e a un campione di 250 ragazzi tra gli 11 e i 16 anni.

Alcuni dati. Dallo studio emerge chiaramente che i tre quarti dei genitori considerano lo schiaffo un gesto prevalentemente violento e non un metodo da utilizzare per l'educazione dei figli. Quando vi ricorrono non è mai un gesto pianificato ma, per il 45% dato "dall’esasperazione, lo spavento, la reazione di un momento" e per il 38% un “ voler segnalare in modo inequivocabile che si è superato un limite estremo” . Tuttavia più di un quarto dei genitori italiani ricorre allo schiaffo, il 22% qualche volta al mese; il 5% quasi ogni giorno.

A questi si aggiunge un 49% che lo utilizza eccezionalmente. Per la maggior parte dei genitori, il dialogo e l'ascolto sono le basi fondamentali per definire il rapporto con i figli, sui quali i genitori costruiscono il loro rapporto educativo con i figli – rispettivamente per il 50% e per il 35% di essi. Fra le diverse punizioni adottate dal campione intervistato, quella fisica è la meno rilevante, spesso dopo aver dato uno schiaffo i genitori si sentono in colpa, ma non considerano le conseguenze dannose, infatti per il 57% dei genitori, dare uno schiaffo una volta ogni tanto non ha mai fatto male a nessuno e per il 26% di essi addirittura può avere un effetto benefico per renderli adulti educati.

Una soluzione per evitare di lasciare che l'esasperazione prenda il sopravvento è indubbiamente l'applicazione dei quattro principi della genitorialità, come suggerito nella Guida alla genitorialità positiva:

-individuare i propri obiettivi educativi di lungo termine;
-far sentire il proprio affetto e fornire punti di riferimento ai nostri figli in ogni interazione con loro;
-comprendere cosa pensano e cosa provano i nostri figli in diverse situazioni;
-assumere un approccio che mira alla risoluzione dei problemi piuttosto che un approccio punitivo

In questo modo il bambino acquisirà le capacità necessarie per vivere senza che la violenza sia considerata una soluzione ai conflitti, avrà una maggiore autostima e più rispetto per i genitori. La guida è stata distribuita a 2.000 persone fra genitori, pediatri, pedagogisti, insegnanti, enti e organizzazione che ne hanno fatto richiesta. Oltre alla guida sono stati distribuiti oltre 500.000 leaflet attraverso diversi canali, tra cui la rivista “Conoscere per Crescere” e circa 10.000 poster.

La campagna A MANI FERME è stata rilanciata in varie città italiane, in collaborazione con le Istituzioni locali: Reggio Calabria, Firenze, Udine, Perugia, ed è stata ospitata a diversi convegni tra cui SIP, ANPE, CISMAI, AIMMF, ACP, Coordinamento Genitori Democratici, AGE.

Mercoledì 28 novembre la campagna verrà promossa a Milano alla presenza del Vice sindaco e di esperti del tema. In quella occasione saranno presentati i risultati di una nuova ricerca condotta da Save the Children e la Società Italiana di Pediatria (SIP), Le punizioni fisiche in ambito familiare. Cosa ne pensano i pediatri.



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